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Anche coach Sodini fatica a digerire il ko emiliano e le modalita’ con cui è maturato

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La prima delle 8 gare in 27 giorni (manca il recupero casalingo contro Bergamo che dovrebbe disputarsi ad inizio aprile visto lo slittamento di sette giorni della seconda fase, rischia di demoralizzare un’Orlandina che per 20’ ha sciorinato la miglior prestazione stagionale prima di subire la clamorosa remuntada piacentina che vale un bilancio di 8 vinte e 9 perse. Peggio di così non poteva iniziare il tour de force biancoazzurro, con ben 6 trasferte incastrate in cicli di 2 ogni 48 ore, ed anche dalle parole di coach Sodini al termine della gara lasciano trasparire che anche per il viareggino sara’ durissima ingoiare il rospo e mai come stavolta tutti preferirebbero rientrare a Capo d’Orlando a rimuginare riposando piuttosto che andare a sfidare dopo meno di due giorni un Verona gia’ arduo da battere anche al completo, riposati e con il morale alle stelle. «È una partita che lascia molto l’amaro in bocca – spiega -, perché la crescita di una squadra giovane come la nostra passa dall’avere delle responsabilità. Quindi aver avuto un buon approccio, essere stati avanti a lungo nel punteggio e immaginare, come fanno qualche volta i ragazzi giovani, che la partita potesse essere finita è stato l’ennesimo peccato di gioventù. È chiaro che bisogna prendersi la responsabilità delle cose nel basket che conta, ma per fare un esempio pratico nell’ultimo possesso Moretti ha fatto fallo su Formenti, ma non doveva trovarsi lì, perché noi non avevamo previsto il cambio. L’errore è a monte, dopodiché c’è l’incapacità da parte nostra di gestire la situazione dal punto di vista tecnico. Non credo di voler passare ai miei ragazzi di essere prima soddisfatto e poi rammaricato. Credo che oggi bisogna prendersi la responsabilità di aver perso, non è uguale vincere o perdere. Bravissima Piacenza a rientrare, basandosi sulla lotta, la garra, cosa che noi non siamo ancora capaci di fare. Abbiamo concesso troppi rimbalzi in attacco, da questo punto di vista bisogna migliorare. Di buono c’è che ce la giochiamo con tutti, ma bisogna concretizzare e chiudere le partite quando vanno chiuse.»