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Il mantovano Ceron lancia accuse social all’orlandino Gay che ammette le sue responsabilità ma dichiara che è stato pesantemente provocato

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L’ottava vittoria consecutiva di Orzinuovi a Biella ed il ko casalingo di Udine contro la cenerentola Bergamo che vince il primo match stagionale all’overtime, lanciano l’Orlandina al terzo posto del girone Verde a meno 2 dai bresciani ed insieme ai friulani che hanno una gara in più (12 contro 11) ed a Piacenza (7-4 il bilancio come i paladini). Ma la domenica di A2 si chiude purtroppo tra le polemiche social che hanno coinvolto uno dei migliori nel successo al supplementare su Mantova. Infatti il 29enne Marco Ceron, vittima poco più di 2 anni fa contro Torino di un gravissimo infortunio alla testa quando giocava a Brescia, parso molto nervoso durante il match che l’ha visto tra i migliori dei suoi, tanto da chiedere tecnici e lamentandosi con gli arbitri quasi su ogni singolo fischio, andando a stuzzicare più di un avversario, festeggiando in faccia alla tribuna vuota, ha diffuso una dura accusa sul suo profilo Instagram. “Ci tengo a scrivere queste parole per far capire come sta andando il mondo e soprattutto la pallacanestro. Tutti sanno quello che ho attraversato in questi 2 anni. Sono venuto a giocare la partita a Capo d’Orlando e durante la stessa un ragazzo del 1998, giovane, mai visto nominare, di nome Gay, si gira verso di me ridendo e dicendomi “mi sembra che la testa te l’hanno già spaccata”…Mi avvicino verso di lui e gli arbitri corrono verso me dandomi la colpa per una reazione esagerata. Verso la fine della partita questo ragazzino mi guardava con aria di sfida ridendo e gli arbitri non hanno detto nulla. Ci tenevo davvero a fare il nome di questo individuo che rovina una cosa così bella come la pallacanestro. Che al posto di questo individuo ci sono mille ragazzi che vorrebbero esserci, che magari lavorano duro giorno dopo giorno e non hanno la possibilità anche per questo brutto periodo di avere una chance. L’educazione va insegnata e questo dovrebbe essere anche una vergogna per i genitori, e un club storico come Capo d’Orlando fatto da brave persone, che mandano in giro un figlio così. Dovremo sentirci privilegiati e onorati di ogni secondo trascorso su quel rettangolo di gioco che, però, viene anche calcato da questi individui”. Quasi immediata la replica di Flavio Gay (classe 1998) che certo, a differenza di Ceron, che forse, considerando che nessuno di Mantova ha detto nulla nel dopo gara e che, purtroppo, di questi episodi ne avvengono ma finiscono sul parquet, avrebbe fatto meglio a chiedere eventuali provvedimenti al giudice sportivo anziché lanciare accuse via etere senza peraltro specificare le sue responsabilità, ha avuto il coraggio di ammettere le proprie colpe chiedendo anche scusa. “In una domenica dove avrei preferito scrivere per festeggiare una grande vittoria – spiega Gay sempre su Instagram – mi vedo costretto a rispondere per chiarire ciò che è accaduto con un tesserato della squadra avversaria. Durante la gara sono stato preso di mira con frasi provocatorie facendo ironia sul mio cognome e sulla mia famiglia. A queste provocazioni ho prima risposto e questo ha generato una reazione ancora più forte dove tra i vari insulti mi sono sentito dire “ti spacco la faccia, coglione”. Allora e solo allora io ho detto la frase “a te l’hanno già spaccata” preso dalla rabbia. Ho sbagliato a rispondere e mi scuso per la mancanza di sensibilità per una frase sbagliata. Non dovevo. Credevo, però, fosse giusto dare la mia versione perché quando succedono queste cose si è sempre in due a sbagliare. E anche io ho sbagliato”. Comunque vada una brutta pagina per la pallacanestro e lo sport in generale.