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C.d’Orlando: sponsor e rifiuti, la Cassazione deciderà nei confronti di Sindoni e Paterniti

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E’ fissata a gennaio l’udienza di ricorso presentata dalle difese di fronte alla Corte di Cassazione che si dovrà pronunciare sull’esecuzione – in atto sospesa – di un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Messina, circa l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni, l’imprenditore ed ex assessore dimessosi lo scorso mese di novembre, Andrea Paterniti Isabella, ed il padre, imprenditore, Antonio Paterniti Isabella. Un’indagine della Guardia di Finanza aveva tratteggiato un sistema di legami personali, economici e politici, nonché una serie di procedure amministrative, affidamenti e quote di società, legate al servizio di smaltimento rifiuti. Oggetto delle contestazioni sarebbero, dunque, le sponsorizzazioni di cui la squadra di basket paladina, all’epoca dei fatti militante in serie A1, e di cui Sindoni è “patron”, avrebbe beneficiato tra il 2014 e il 2015, da diverse ditte riconducibili a Paterniti. Le misure cautelari richieste del PM Alice Parialò, avevano incontrato nel marzo scorso, il no del GIP di Patti Eugenio Aliquò, che non aveva ritenuto il quadro investigativo abbastanza grave da sostenere l’applicazione dei domiciliari. L’impugnazione del pm è stata quindi accolta parzialmente dal collegio messinese del Riesame, presidente Micali, giudici Vermiglio e Smedile. Dalle motivazioni, all’esito dell’udienza di luglio, emergerebbero contestazioni del reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Trattasi di complessivi 130 mila euro per cui, secondo il Riesame “non esistono contratti di sponsorizzazione”. Detto contributo, che per gli avvocati della difesa rappresentava un normale sostegno ad una realtà sportiva, per il Riesame sarebbe invece una ricompensa per gli affidamenti, che in virtù di ordinanze sindacali contigibili ed urgenti, sarebbero stati reiterati da Sindoni oltre i 18 mesi consentiti dalla legge per il servizio di raccolta dei rifiuti. Per la difesa le ordinanze, per altro adottate da molti comuni per evitare l’emergenza rifiuti, sarebbero invece legittime in quanto tendenti alla tutela della salute pubblica in un momento di transizione tra ATO e ARO.