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Tamponi obbligatori per chi rientra in Sicilia? Attesa per oggi l’ordinanza di Musumeci

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Sembra essere prevista per questo pomeriggio la firma del governatore Nello Musumeci sulla nuova ordinanza con cui si proverà a gestire il flusso di siciliani pronti a tornare nell’Isola per il periodo natalizio. Le nuove regole, dunque, potrebbero entrare in vigore il prossimo fine settimana. 

Arginare il controesodo di Natale verso la Sicilia è chiaramente il principale obiettivo del governo regionale. C’è molta preoccupazione per il fatto che, secondo le stime, fra 60 mila e 70 mila siciliani rientreranno nell’Isola. Sembra certa introduzione dell’obbligo del tampone all’arrivo nei porti e negli aeroporti, mentre per chi arriva in treno o auto verrà suggerito di recarsi nei drive in che per i prossimi giorni prolungheranno gli orari di attività. La Regione suggerirà anche di effettuare il tampone privatamente almeno 3 giorni prima di partire. Ciò renderà superfluo in controllo in Sicilia.

Intanto, non si placa la rivolta delle Regioni contro il Dpcm del 3 dicembre. E arrivano nuove proposte per circolare liberamente tra Comuni all’interno delle province nei giorni delle feste. La Svizzera, invece, da giovedì interromperà i collegamenti ferroviari con l’Italia a causa delle nuove misure e per il drastico calo dei passeggeri.
L’annuncio ha mobilitato la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che nelle prossime ore sentirà la sua omologa elvetica “per una soluzione condivisa affinché siano garantiti almeno i servizi minimi essenziali tra i due Paesi”.
Non solo trasporti e commercio. A chiedere “una correzione alle ultime disposizioni sul Natale” ora è anche l’Unione delle Province, che suggerisce di “concedere gli spostamenti tra Comuni nella stessa provincia nelle giornate delle festività”. Un’esortazione che al momento non viene accolta, ma senza essere del tutto esclusa nel caso di un drastico calo dei contagi. Non si tratterebbe in quel caso di rinnegare il Dpcm, ma di una modifica legata ad eventuali emendamenti al Decreto legge dello scorso 2 dicembre, che passerebbe comunque sotto il voto del Parlamento.