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Scontro sui posti letto: in Sicilia arrivano gli ispettori del Ministero

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Il ministero della Salute ha disposto l’invio di personale tecnico e agenti dei carabinieri del Nas in Sicilia, in merito alla situazione della disponibilità di posti letto ospedalieri e di terapia intensiva. Lo scontro sindacale, che in poche ore ha coinvolto anche la politica, parte dal messaggio inviato il 4 novembre ai manager di ospedali e Asp dal dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica della Regione siciliana, Mario La Rocca. Il superburocrate ha chiesto in modo deciso il rispetto del piano e l’attivazione dei posti letto in terapia intensiva per evitare che la Sicilia diventasse zona rossa. Una strigliata, un richiamo a raggiungere la disponibilità prefissata.
E ora su quei numeri che la Regione ha certificato, si apre una battaglia. Il Cimo, sindacato dei medici ospedalieri, non li reputa veritieri, ma simili perplessità arrivano da un report curato dal comparto Medici della Fp-Cgil regionale.
E lo scontro diventa politico. Interviene il presidente dell’Antimafia regionale, Claudio Fava: “I siciliani hanno il diritto di sapere quanti sono i posti letto realmente disponibili nelle strutture sanitarie dell’isola. Alle ricognizioni effettuate dai sindacati, dalle quali emerge il sostanziale scostamento tra i posti indicati sulla carta e quelli realmente operativi – commenta – si aggiunge oggi la notizia di pressanti e pesanti sollecitazioni dell’assessorato regionale verso le strutture sanitarie a ‘caricare’ i dati sui posti letto”.

L’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza incontrando i giornalisti a Catania, ha detto: “Ho sentito il Ministero questa mattina e ho detto ‘guardate che è il caso, concordemente, nell’ambito del principio della reale collaborazione, che assieme ai Nas si faccia un immediato controllo di tutto quello che è stato caricato sulle nostre piattaforme”.

“Si è creata una polemica surreale. E’ surreale – ha aggiunto – perché non riguarda la veridicità dei dati, non si mette in dubbio che ciò che è stato caricato effettivamente corrisponde a ciò che è disponibile, ma si utilizza un ‘non detto’ per valutare come se ci fosse la volontà di realizzare un dato diverso”.