Home Cronaca Omicidio stradale di Concetta Gentile: una ferita ancora aperta.

Omicidio stradale di Concetta Gentile: una ferita ancora aperta.

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Sant’Agata di Militello – Era il 16 giugno dell’anno scorso quando Concetta Gentile, 62 anni, fu investita e uccisa da un auto mentre attraversava la strada. Alla guida del mezzo una ragazza che, sentita dai carabinieri, disse che non aveva visto la donna in strada.

È di qualche giorno fa lo sfogo del marito della vittima con Salvo Palazzolo, giornalista di Repubblica, che ha raccontato la vicenda nell’edizione siciliana del quotidiano. Il sig. Lazzara racconta: “avevamo trascorso una serata serena con gli amici, siamo usciti dal locale, stavamo attraversando, e quell’auto è arrivata all’improvviso, travolgendo mia moglie. E adesso vivo un altro dolore. Dicono che è stata colpa sua se è morta. E la cosa mi fa molto male”. 

È accaduto infatti che il consulente nominato dal sostituto procuratore Alessandro Lia ha sostenuto che la vittima camminava “sul margine destro della carreggiata (parzialmente impegnandola) nel medesimo senso di marcia della vettura e non in quello opposto, come invece avrebbe dovuto ai sensi del codice della strada”. Questo implicherebbe una condotta colposa della vittima e rappresenterebbe un’attenuante che potrebbe portare al patteggiamento su cui dovrà pronunciarsi il giudice dell’udienza preliminare. La stessa giovane ha inviato una lettera alla famiglia Lazzara per scusarsi e comunicare l’accordo raggiunto con la procura, ma per l’avv. Maria Rita Cicero, legale della famiglia Lazzaro, si tratta di “una situazione paradossale basata su una ricostruzione fatta dal consulente della Procura. La signora non stava camminando sul ciglio della strada, ma stava attraversando, come confermano alcuni testimoni. Consegneremo al giudice una nostra consulenza”. E, la stessa legale, dichiara la ferma opposizione della famiglia all’ipotesi di patteggiamento. 

Sempre durante le dichiarazioni fatte al giornalista di Repubblica, il sig. Lazzara (che, lo ricordiamo, era insieme alla moglie nel momento dell’incidente) dice che: “ci sono troppi buchi nelle indagini. L’alcol test è stato fatto con tre ore di ritardo. Gli accertamenti sulla velocità dell’auto sono lacunosi, parlano di un’andatura tra i 50 e 60 chilometri orari, invece erano almeno 100, mia moglie fece un balzo di 35 metri. E poi, non si è tenuto conto di quanto emerge dai tabulati telefonici: probabilmente la giovane al volante era al telefono” – e aggiunge – “sono sicuro che quella ragazza non l’ha fatto apposta, ma di sicuro era distratta. Le indagini dovrebbero dirci perché”. E ancora una volta ribadisce che la famiglia non si arrenderà perché vuole ottenere giustizia.