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La tragedia di Milazzo: le polemiche e il cordoglio

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Sono centinaia i milazzesi che stanno rendendo omaggio, nella camera ardente allestita al Comune, alla salma di Aurelio Visalli, 40 anni, secondo capo della Guardia Costiera di Milazzo, morto nel tentativo di salvare un 15enne che stava annegando nel mare in tempesta.
Una morte tragica sulla quale ora dovrà far luce la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha aperto un’inchiesta per capire come sia stato organizzato l’intervento di soccorso costato la vita al sottufficiale. Il cognato del Militare, Antonio Crea, attacca il Corpo a cui apparteneva Visalli e denuncia inefficienze. «Poteva essere salvato, ci sono responsabilità per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi arrivati assolutamente in ritardo», dice. Aurelio lascia due figli e una moglie. A raccontare il tragico incidente è lo stesso Crea. «A mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva», ha raccontato. La pattuglia era stata allertata per la presenza in acqua di due ragazzini, un 13enne e un 15enne, che avevano deciso di tuffarsi nonostante le proibitive condizioni meteo e che rischiavano di annegare. «Dopo un po’ – prosegue Crea – gli è stato chiesto di intervenire da terra. Ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio né salvagenti, mute, corde o altro? «Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. – spiega – Mio cognato tra l’altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato ad una boa». Il sottufficiale e il collega si sono tolti i vestiti e si sono tuffati. «Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto – aggiunge – Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suoi due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l’elicottero nessuno lo ha cercato veramente».

Unanime il cordoglio da parte delle massime cariche dello Stato:
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, ammiraglio Giovanni Pettorino, un messaggio di cordoglio per la morte del sottufficiale Aurelio Visalli a Milazzo: “Sono rimasto particolarmente colpito dalla tragica scomparsa del secondo capo Aurelio Visalli, caduto in mare durante una generosa operazione di salvataggio di alcuni bagnanti. La prego di far giungere ai familiari di Visalli, così dolorosamente provati, e a tutto il personale del Corpo i miei sentimenti di cordoglio e di solidarietà”, scrive il capo dello Stato.

«La morte del sottufficiale della Guardia costiera che per salvare una giovane vita ha sacrificato la propria – dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – unisce il Paese in un profondo dolore. Esprimo il mio cordoglio alla famiglia e rendiamo tutti merito al coraggio di un valoroso servitore dello Stato».

La titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, da cui dipendono funzionalmente le Capitanerie di porto, Paola De Micheli, ha ricordato come Visalli sia “scomparso mentre stava compiendo la missione più nobile assegnata alla Guardia costiera: salvare vite umane”, mentre la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha rimarcato “il sacrificio, l’altruismo e la generosità di chi opera quotidianamente nel nostro Paese per la sicurezza e la tutela dell’incolumità dei cittadini”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sospeso la visita che aveva in programma proprio a Milazzo e ha sottolineato come il militare “ci lascia da eroe”. Parole di cordoglio e vicinanza alla famiglia sono arrivate anche dai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, dalla Difesa e dal Dipartimento della protezione civile, dal segretario del Pd Nicola Zingaretti, dal capo politico M5S e viceministro dell’Interno Vito Crimi, dalla leader di Fdi Giorgia Meloni e dal vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani.