E’ stata rocambolesca l’avventura di una coppia di
cinquantenni di Venezia, convinti terrapiattisti, che volevano avere conferma
delle loro teorie proprio durante il lockdown. Il loro viaggio per toccare la
fine del mondo si è interrotto, però, a Ustica: hanno fallito, infatti,
l’obiettivo di raggiungere Lampedusa, ritenuta da loro il confine della Terra.
Salvati dal naufragio, però, hanno tentato per due volte la fuga da Palermo,
dove erano stati posti in quarantena. A raccontare la loro storia è Salvatore
Zichici, medico a Palermo dell’Ufficio di sanità marittima del ministero della
Salute.
I due erano partiti in auto da Venezia tre mesi fa per raggiungere Termini
Imerese e poi navigare verso Lampedusa. Ma qualcosa è andato storto.
Come è stato riferito dal testimone che si è occupato della vicenda, i
terrapiattisti sono approdati ad Ustica in piena epidemia di coronavirus,
“tra lo sgomento del sindaco, dei carabinieri e delle guarda costiera, che
li hanno visti arrivare stanchi e assetati su una barchetta dopo aver sbagliato
rotta e rischiando di fare naufragio”. I due sono stati allora portati a
Palermo, per la quarantena a bordo della loro stessa barchetta. Ma per ben due
volte hanno tentato la fuga. Alla fine, sono potuti rientrare in Veneto, ma…
via terra.
“La cosa buffa – ha riferito a Zichici – è che proprio loro,
terrapiattisti, si muovevano usando una bussola, strumento che funziona sul
magnetismo terrestre”.
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