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Milazzo: protesta pacifica dei dipendenti Ram, i sindacati incontrano Formica

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I lavoratori della Raffineria hanno protestato pacificamente ieri pomeriggio davanti al Comune contro le limitazioni imposte dal Piano della qualità dell’aria della Regione che metterebbe a rischio il futuro dell’azienda.

Dopo qualche ora i rappresentanti di ciascuna sigla sindacale compresi quelli della categoria hanno incontrato in aula consiliare il sindaco Formica e gli amministratori comunali. 
“La situazione rischia di precipitare – hanno affermato i segretari generali di Cgil,Cisl e Uil, Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi – perché questo Piano della Regione, giunto in piena emergenza Covid-19 non tiene conto di diversi aspetti che bloccano l’attività dell’azienda. E se gli impianti si fermano sarà davvero il dramma per oltre un migliaio di lavoratori e per tutte le aziende che gravitano attorno alla Raffineria. Non crediamo che possiamo permetterci questo in una fase così difficile per la provincia di Messina”.

I sindacalisti hanno comunicato al sindaco Formica di aver chiesto al presidente Musumeci una riunione urgente per affrontare la questione e trovare una soluzione e allo stesso amministratore di palazzo dell’Aquila hanno chiesto un supporto in quella che viene ritenuta una “partita decisiva per il futuro del comprensorio”.

Il sindaco Formica ha dato la sua disponibilità ad affiancare i sindacati in questo percorso sottolineando che «il punto chiave è capire se, come sostiene la Raffineria, essa non possa adeguare gli impianti alla scadenza fissata al 2027, con un primo passaggio nel 2022 poiché non esisterebbero tecnologie idonee che consentano di rispettare i limiti. Quindi o si smentisce l’azienda spiegando dati alla mano cosa fare per rispettare le prescrizioni, oppure effettivamente prendere atto che qualche problema dal punto di vista tecnico esiste. Se poi si vuole mantenere l’attuale Piano con i limiti inseriti, immaginando quindi che la Raffineria e le altre industrie presenti in Sicilia non debbano continuare la loro attività, occorre capire quali sono le alternative concrete per i lavoratori che ruotano attorno alla Ram».