Home In primo piano Appalti truccati, nuova bufera sul Consorzio Autostrade

Appalti truccati, nuova bufera sul Consorzio Autostrade

702

Appalti truccati, certificazioni false in cambio di assunzioni di persone vicine ai funzionari coinvolti. Il tutto “pregiudicando in modo grave la sicurezza dell’autostrada”, anche attestando sopralluoghi in realtà mai svolti dopo i lavori. Così la Procura di Messina, diretta dal Procuratore Maurizio De Lucia, ha disposto misure cautelari per tre persone, due funzionari del Consorzio per le Autostrade Siciliane e un imprenditore milanese, accusati a vario titolo di corruzione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità.

Nello specifico, dopo le indagini della Dia messinese condotte nell’ambito dell’inchiesta ‘Fuori dal Tunnel’, ai domiciliari è finito l’ingegnere Angelo Puccia, 60enne funzionario del Consorzio Autostrade Siciliane, attualmente anche consigliere comunale di Castelbuono (Palermo). La sospensione dai pubblici uffici è stata notificata all’ingegnere Alfonso Edoardo Schepisi, 68enne, anche lui funzionario del Cas, mentre all’imprenditore milanese Fabrizio Notari, 62enne, rappresentante legale della Notari Luigi S.p.A., è stato notificato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione. Nell’inchiesta sono coinvolti anche altri 5 imprenditori.

Al centro delle indagini degli inquirenti sono finiti alcuni appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del Cas (A/20 Messina-Palermo e A/18 Messina-Catania), asse viario che, come ha fatto rilevare il gip nell’ordinanza cautelare, è “già drammaticamente e notoriamente afflitto da gravi carenze strutturali” e lungo il quale frequenti sono stati gli incidenti, anche mortali. Ad attirare l’attenzione degli inquirenti sono stati in particolar modo gli appalti per i “lavori di messa in sicurezza” delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando”, lungo la A/20 Messina-Palermo. Lavori per un importo complessivo a base d’asta di circa 25 milioni di euro e affidati nel 2015 all’ATI Luigi Notari S.p.a.-Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, ditta in cui lavoravano familiari e persone vicine ai due funzionari indagati. Per gli inquirenti le assunzioni sarebbero state funzionali all’aggiudicazione dell’appalto.

Dall’inchiesta è emerso che, per quanto l’offerta dell’ATI Notari-Bruno fosse stata considerata dalla commissione di gara “anormalmente bassa”, Puccia, sulla base di una relazione presentata da Schepisi, attestò che “l’offerta presentata dall’ATI Notari-Bruno” fosse “attendibile ed affidabile” e che “le giustificazioni documentate” fossero “sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta”.

Gravi irregolarità sono emerse anche riguardo alla realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla legge indispensabile per garantire l’incolumità degli utenti. Schepisi, con l’avallo di Puccia, avrebbe preparato la documentazione finalizzata a percepire indebitamente gli incentivi previsti dal Consorzio per i progettisti. La somma, 47mila euro, non sarebbe stata intascata solo per alcune irregolarità formali.

“Episodi altrettanto emblematici e tali da pregiudicare in modo grave la sicurezza dell’autostrada si registravano, in tempi più recenti, nell’ambito dei lavori di ripristino dell’asfalto drenante del viadotto Calamo, sito lungo la suddetta A/20 – scrive il gip – Sono state rilevate, infine, condotte delittuose nel corso dei lavori finalizzati alla riapertura della galleria Sant’Alessio, sita lungo l’autostrada A/18 Messina-Catania, opera in cui Puccia espletava ancora il ruolo di direttore dei lavori”. In questo caso, lo stesso Puccia, piuttosto che preoccuparsi della corretta realizzazione delle opere, sfruttava, in maniera insistente, il proprio ruolo per “propiziare l’assunzione di un suo uomo di fiducia presso i cantieri del subappaltatore”.

“In questo caso Angelo Puccia, quale Direttore dei lavori, concordava con il rappresentante dell’impresa appaltatrice catanese di attestare, come avvenuto nel giugno 2018, l’espletamento del sopralluogo finalizzato alla redazione del certificato di ‘regolare esecuzione’ dei citati lavori. Verifica essenziale che, in realtà, non è mai stata eseguita. Emergeva infatti con disarmante chiarezza che le due parti, nella circostanza, non si erano mai incontrate”.