Altro che raddoppio con titolo di A2 sul tavolo “stiamo cercando un palazzetto per giocarvi” ci aveva scritto il presidente Mauro Giuffrè. La Costa d’Orlando gia’ domani potrebbe dire addio anche alla serie B confermando quanto circolava nell’ambiente negli ultimi giorni, al di la’ della bomba lanciata dallo stesso patron “Io per natura voglio vincere – spiega Giuffrè – dunque vorrei andare in A2 e gia’ in passato ero vicino a trattare alcuni titoli di categoria superiore. Ma attualmente senza campo non è una strada percorribile”. C’è da dire che titoli di A2 in vendita non ce ne sono. Ed appena due giorni dopo il grido d’allarme comune lanciato insieme all’Orlandina al Sindaco per la grave situazione dei due impianti cittadini per una sistemazione urgente, Giuffrè “rischia” di dover dire si all’offerta che una delle societa’ di serie C interessate gli fara’ recapitare sul tavolo dopo che la stessa Costa d’Orlando qualche giorno fa aveva dato mandato ad un intermediario per trovare appunto chi poteva ereditare la cadetteria dal club biancorosso. Che sia Ragusa (attiva però sul titolo di Porto Sant’Elpidio), Bassano Del Grappa, Ferentino o Roseto poco importa, fatto sta che la proposta di acquisto c’è e se è pari o vicina alle richieste della famiglia Giuffrè sara’ difficile tirarsi indietro. “Entro fine giugno dobbiamo conoscere le intenzioni dell’Amministrazione sull’impiantistica – dichiara ai colleghi di Messinasportiva Giuffrè pur sapendo di avere offerto sul mercato il titolo di B -. Ho a disposizione un titolo di serie B ma senza palazzetto non so dove giocare e la programmazione è praticamente ferma. Economicamente potremmo sostenere l’A2 ma non vogliamo più girovagare in lungo e in largo. Alcune società hanno già chiesto informazioni sul titolo mentre da realtà provinciali arriva la richiesta di spostamento di sede. Io però voglio giocare a Capo d’Orlando”. In pratica, al momento in casa Costa d’Orlando è tutto fermo. Programmare risulta impossibile in attesa di risposte certe da parte del Comune, che comunque il club non aspetterà in eterno. “Preciso – prosegue Giuffrè – che all’interno del nostro club lavorano trentotto persone, alle quali al momento non so cosa dire. Inoltre il movimento giovanile da mesi non sostiene allenamenti e i genitori dei nostri 150 bambini ci chiedono continui chiarimenti: quesiti ai quali non sappiamo dare una risposta. Chiedo al Sindaco un incontro urgente e una presa di posizione ufficiale su questo argomento. Dispiace anche perché non abbiamo problemi di natura economica. Aspetterò fino a fine giugno poi dovrò seriamente prendere in considerazione le offerte arrivate al nostro titolo sportivo. Sottolineo che non ho intenzione di svenderlo. Spero ancora in una risoluzione del problema ma col passare dei giorni è sempre più difficile che possa arrivare. Abbiamo anche incontrato sia il Comune di Sant’Agata che l’Università di Messina per un possibile spostamento di sede ma pur non avendo preclusioni di alcun genere non siamo interessati perché il progetto nasce principalmente per Capo d’Orlando. Se non sarà possibile proseguire l’attività sono disposto a dirottare sul territorio provinciale il budget che avremmo investito, magari aiutando qualche altra realtà che ce lo chiedesse. Ricordo che quando il grande basket a Barcellona finì molti appassionati mi chiesero di spostarmi lì. Io pur apprezzando questa richiesta ho preferito continuare l’impegno nel mio comune. Io per natura voglio vincere, vorrei andare in A2 e già in passato ero vicino a trattare alcuni titoli di categoria superiore ma attualmente senza campo non è una strada percorribile”. Infine il massimo dirigente biancorosso è eloquente anche in merito alle voci che potrebbero vederlo coinvolgere verso un’unica società con l’Orlandina: “I rapporti sono cordiali ma è come chiedere a Milan e Inter di unirsi. Io credo che la condivisione di un palazzetto sia possibile ma a Capo d’Orlando tutto si complica. Non voglio fare paragoni troppo alti ma in California per anni le due franchigie di Los Angeles si sono divise l’impianto. Perché da noi questo non succede”?