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Contratto di Costa: Legambiente presenta ricorso contro la Regione

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“Che fine ha fatto il contratto di Costa?” E’ la domanda che si pone Legambiente Sicilia, che punta il dito contro la Regione Sicilia e annuncia la presentazione di un ricorso al Governatore Nello Musumeci, in qualità di Commissario di Governo contro il Dissesto Idrogeologico, nonché la redazione di un dossier indirizzato al Ministero dell’Ambiente e alla Corte dei Conti presso la Regione Siciliana.

Secondo l’Associazione ambientalista, il Contratto di Costa stipulato il 3 maggio 2018, tra il Presidente della Regione Siciliana e i sindaci di 14 comuni della costa tirrenica, con la finalità di ricondurre ad una visione unitaria gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico legati all’erosione costiera, “rischia di diventare carta straccia”. “Infatti, – si legge nel comunicato stampa – i sacrosanti obiettivi fissati da questo strumento di pianificazione degli interventi, sono oggetto di un’attuazione incoerente e spregiudicata”.

Difatti, a distanza di due anni dalla stipula e nell’attesa dell’assegnazione della progettazione esecutiva, l’Ufficio del soggetto attuatore degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, ha promosso interventi giudicati da Legambiente “in aperto contrasto con gli obiettivi del contratto” quali: il progetto dei “Primi interventi di manutenzione e ripristino dei litorali e delle opere di protezione costiera”, approvato in Conferenza dei Servizi e messo in gara, che sortirà il risultato paradossale di sottrarre volumi di sabbia alle spiagge in erosione, anziché incrementarli. Il tutto in conseguenza di un appalto che avrà come voce prevalente il trasporto ed il conferimento in discarica dei materiali prelevati dal litorale; e la decisione di indire una gara per la progettazione esecutiva di interventi di difesa del litorale di Capo d’Orlando, lo stesso già interessato dal bando per l’affidamento dei medesimi servizi all’interno del lotto 2 del Contratto di Costa.

Quest’ultima decisione, rappresenta in tutta evidenza il conflitto su cui richiama l’attenzione Legambiente: il soggetto attuatore rende esecutive due progettazioni sullo stesso litorale, una, quella del Contratto di Costa che presenta una visione del problema erosione ponderata e complessiva, l’altra che rappresenta il suo esatto contrario, nonché il rimando alla gestione secolare del problema: “interventi impellenti localizzati e avulsi dal riferimento generale”.

Da qui la scelta di Legambiente Sicilia di presentare ricorso chiedendo la revoca in autotutela dei bandi di gara.

“Quanto emerge dal dossier – ha dichiarato Gianfranco Zanna presidente di Legambiente Sicilia – segnala una pericolosa involuzione della strategia convenuta con il Contratto di Costa, il mancato rispetto degli impegni pubblicamente assunti dal Presidente della Regione e l’oggettiva affermazione di quegli interessi che orientano il settore verso la realizzazione di interventi obsoleti, giustificati da emergenze talvolta procurate da inerzia o interventi dannosi”.