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Op. “Majari”: un nuovo arresto

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La Polizia di Stato della Sezione Giudiziaria della Procura di Patti ha arrestato oggi Francesco Ranno, indagato nell’Operazione “Majari” che lo scorso 12 maggio ha portato a 7 arresti tra Santo Stefano di Camastra e Patti per associazione per delinquere, truffa aggravata, violenza privata e tentata estorsione. L’uomo è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Ranno era sfuggito all’arresto durante l’Operazione perché da qualche tempo si era trasferito all’estero.

Francesco Ranno, figlio di Elvira Parisi, è accusato di associazione per delinquere e truffa aggravata in concorso con gli altri membri del sodalizio. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, l’uomo era implicato nella circonvenzione delle vittime, costituendo l’anello di collegamento tra la madre e l’altra indagata Doina Negru Rodica, con cui è stato pure fidanzato per un periodo.

Ranno, insieme a quest’ultima, si occupava della riscossione del denaro contante, recandosi personalmente a casa delle vittime ed era intestatario di una delle carte PostePay, su cui avvenivano le ricariche da parte dei raggirati.

L’uomo ha deciso spontaneamente di far ritorno in Italia per consegnarsi alla Polizia, dopo essere stato avvisato del provvedimento emesso nei suoi confronti. L’indagine, basata su due anni di raccolta indizi, ha svelato l’esistenza di un articolato sodalizio criminale, avente base operativa a Santo Stefano di Camastra, ma attivo sull’intera provincia, capeggiato da Elvira Parisi e Gino Paterniti (entrambi in carcere). Costoro, spacciandosi per maghi e cartomanti, dotati di poteri occulti ed esoterici, agganciavano le ignare vittime, le convincevano dei loro poteri “magici” e le inducevano a versare forti somme di denaro in cambio delle loro “presunte” prestazioni professionali.

Tra gli indagati ci sono anche Lidia Messina, Doina Negru Rodica (in carcere a Messina Gazzi), Teresa Prinzi, Rosario Lombardo Facciale e Gaetano Capra (attualmente ai domiciliari).

Sono in corso gli interrogatori di garanzia degli indagati, alcuni dei quali hanno già fornito la loro versione dei fatti, mentre altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Domani saranno sentiti gli indagati sottoposti ai domiciliari.