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Caronia, denunciate tre persone per reati ambientali

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Tre persone di Caronia sono state deferite in stato di libertà per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e getto pericoloso di cose.
Ad eseguire la misura i carabinieri della locale stazione, con il supporto del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, coordinati dalla Procura della Repubblica di Patti.

Le indagini hanno avuto inizio nel dicembre scorso quando in contrada Sant’Onofrio, nei pressi del torrente Caronia a poche centinaia di metri dal confine del Parco dei Nebrodi, era stata rinvenuta la carcassa di un suino. Proprio in quella località, alcune notti prima di quel rinvenimento, alcuni testimoni avevano notato uno degli indagati, un 60enne, che sversava nel terreno i liquidi contenuti in alcuni fusti, trasportati con la sua autovettura.
I carabinieri hanno quindi iniziato una serie di accertamenti per verificare una connessione tra la morte dell’animale con lo sversamento dei liquidi, risalire alla loro tipologia e alla provenienza dei fusti. All’esito delle indagini, i fusti venivano rinvenuti presso una vicina azienda di mobili, dove giacevano da diversi anni, ovvero da quando l’azienda di mobili, riconducibile agli altri due indagati, era subentrata in quella sede alla precedente ditta che operava nel settore agricolo.
In un locale abbandonato, in passato adibito a cabina elettrica, nelle pertinenze dell’azienda erano stoccati:
– 60 fusti da 10 kg e 15 fusti da 5 kg contenenti pesticidi di 3^classe di tossicità, aventi quale principio attivo il Dimetoato, sostanza classificata dalla normativa come pericolosa;
– 50 cartoni di polvere insetticida di 1^classe di tossicità indicata in etichetta come “veleno”.

Le analisi di laboratorio, effettuate su campioni prelevati dal terreno in cui era avvenuto lo sversamento e su alcuni campioni di tessuto prelevati dagli organi della carcassa del suino, hanno fornito elementi di riscontro alle ipotesi investigative.
I fusti contenenti le sostanze tossiche e la cabina elettrica in disuso ove erano stati depositati sono stati pertanto sottoposti ad un provvedimento di sequestro unitamente al veicolo utilizzato per il loro trasporto sino al punto ove venivano sversati.

Il decreto di sequestro dispone la distruzione del materiale tossico ed il suo smaltimento nelle modalità previste dalla legge.
L’attività ha prevenuto l’ulteriore sversamento di pesticidi nell’ambiente, in un’area di interesse naturalistico quale è quella prossima al Parco dei Nebrodi.