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Sant’Agata, lavori di adeguamento in ospedale per la terapia intensiva: lunedì il progetto

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Passata anche la preoccupazione per il paventato, ulteriore, depotenziamento dell’ospedale di Sant’Agata Militello al centro, negli ultimi giorni, di una querelle politica circa la sua totale trasformazione in Covid Hospital, adesso è tempo di agire per far si che la struttura sanitaria santagatese possa finalmente essere dotata sia delle attrezzature tecnologiche che delle risorse umane necessarie per garantire un servizio di massimo livello – anche in termini di sicurezza – che possa rimanere operativo anche dopo la fine dell’emergenza Coronavirus.
“La proposta dell’assessore Razza un buon compromesso e un risultato apprezzabile a garanzia dei servizi dell’ospedale, del personale sanitario e dei pazienti, in un momento di massima responsabilità collettiva”, afferma il sindaco Bruno Mancuso.

Dopo la riunione che solo nella tarda serata di giovedì ha dato luce verde all’individuazione di un nuova area dedicata alla terapia intensiva, già nei prossimi giorni – come annunciato dall’assessore regionale alla salute Ruggero Razza e dal sindaco di Sant’Agata Bruno Mancuso – si lavorerà a ritmo serrato per consentire ai tecnici incaricati di elaborare il progetto che creerà tra i 40 e i 50 posti di terapia intensiva per dare qualificata assistenza ai pazienti.
Si procederà, quindi, all’individuazione di un percorso interno nettamente separato per il Covid hospital e circa la dotazione organica di supporto, con dispositivi di protezione per il personale e strumentazioni adeguate.

Il sindaco Mancuso, ha voluto ringraziare anche l’assessore regionale Bernadette Grasso e il vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti Giancarlo Cancelleri oltre ai colleghi sindaci dell’hinterland che hanno da subito sposato questa battaglia a supporto e tutela dell’ospedale e della salute di tutto il territorio dei Nebrodi.
Infine, un plauso anche alla direttrice sanitaria dell’ospedale di Sant’Agata Paolina Reitano e a tutto il personale medico, infermieristico e parasanitario, per la fase di particolare impegno cui sono e saranno ancor di più chiamati.