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Coronavirus, esodo verso il Sud Italia, ma c’è chi resta al Nord con senso di responsabilità. La testimonianza di una docente militellese

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Lucia Artino

Dopo l’esodo notturno di massa dalla Lombardia alla volta delle regioni del Sud (Sicilia e Calabria in particolare) per effetto del decreto firmato nella notte tra sabato e domenica da parte del presidente e Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che, di fatto, “chiude” molte regioni e province del Nord Italia, c’è chi ha avuto il coraggio, il senso di dedizione, del dovere e di responsabilità scegliendo di restare nei luoghi di vita e lavoro, nonostante tutto.

Nel solco del rispetto verso se e soprattutto verso le comunità d’origine, sono molti i nostri conterranei che hanno avuto rispetto delle regole non facendosi sopraffare dal panico e dall’incertezza, fidandosi delle indicazioni fornite dalle Istituzioni che, al netto delle eventuali incongruenze nella gestione dell’emergenze rimangono, comunque, le uniche autorità preposte per affrontare la questione Coronavirus.

Tra i casi da prendere ad esempio per la loro correttezza e positività sociale, c’è quello della professoressa Lucia Artino Innaria, originaria di Militello Rosmarino che ormai da qualche anno vive a Rho – alle porte di Milano – e insegna lettere presso il locale Istituto tecnico industriale “Cannizzaro”.

Con i suoi post su Facebook “unico strumento di comunicazione con l’esterno e coi miei studenti”, scrive la docente siciliana, riesce a spiegare ad amici e parenti lontani la situazione, cercando di rassicurare su ciò che accade intorno a lei in queste ore.
Già da qualche settimana, come ci racconta, la regione Lombardia ha attivato la lezioni a distanza per effetto delle quali, al posto delle consuete dodici ore settimanali di didattica, se ne fanno tre al giorno.
“E il lavoro, su cui mi concentro, rappresenta una perfetta valvola di sfogo contro la frustrazione di non poter essere vicino ai miei anziani genitori che vivono a Militello Rosmarino e che sono in ansia per me”, ci dice confessandoci di avere avuto un momento di scoramento alla notizia dell’arrivo del Covid-19 a Sant’Agata Militello.

“Siamo ormai chiusi in Lombardia”, prosegue la professoressa; “certo, ho il cuore un po’ spaccato a metà. Chi non vive da solo, lontano da casa come me e tanti altri nella mia situazione, non può comprendere fino in fondo cosa si nasconde dietro le mie semplici parole. Io non ho paura di questo pazzo Virus. Mi dispiace, però, non poter condividere con la mia famiglia questo momento che per me, ormai, è diventato emotivamente delicato e pesante da sopportare”, ci spiega al telefono mentre prepara le lezioni da effettuare online già lunedì.

“Mi dispiace”, aggiunge Lucia Artino, “che questo non sia stato capito dalla stragrande maggioranza della gente. Un po’ per menefreghismo, ignoranza, strafottenza, imprudenza e voglia di evitare il problema”, conclude la docente.