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Cambia il modo di calcolare la tariffa sui rifiuti e i Comuni rischiano il caos

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Il nuovo metodo di calcolo della tariffa dei rifiuti rischia di travolgere i Comuni siciliani. Entro aprile le Srr devono realizzare i Piani economici finanziari altrimenti subiranno delle sanzioni. Gli enti denunciano però difficoltà amministrative, talvolta la mancanza di professionalità al proprio interno e criticano le nuove regole che rischiano di provocare rincari e danneggiare i Comuni. Il governo Musumeci è sceso così in campo al fianco degli enti locali per chiedere intanto una proroga all’Arera, l’Autorità per la regolazione dell’energia, e nel frattempo per non farsi trovare impreparati e fornire assistenza tecnica e amministrativa agli enti locali. Da qui la nascita di una task force per sostenere Srr e Comuni in questa fase delicata. Se n’è discusso a Palazzo Orleans in un vertice convocato dall’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon, alla presenza del dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti Salvo Cocina, del segretario generale dell’Anci, Mario Alvano, della dirigente del Piano di rafforzamento amministrativo, Patrizia Valenti. L’allarme è scoppiato lo scorso ottobre dopo l’approvazione da parte di Arera del nuovo metodo di calcolo della tariffa dei rifiuti.
“Le nuove regole – spiega l’assessore Pierobon – rispondono più alle esperienze delle utilities del Nord e in questo momento storico rischiano di aumentare il divario tra il Nord e il Sud d’Italia. È un metodo calato dall’alto che in Sicilia non può, al momento e per le specificità esistenti, trovare seria e trasparente applicazione. Ci sono poi altre problematiche evidenziate anche dalle altre regioni autonome con cui mi sono interfacciato per fare fronte comune. Ci sono tanti altri aspetti critici da superare. Col nuovo metodo, ad esempio, le Srr devono rifarsi ai costi storici degli anni passati, che però a parte le difficoltà di riscontro si trascinano dietro le storture legate all’emergenza e la situazione dunque non può che aggravarsi. Nel complesso il nuovo metodo guarda più a un sistema avanzato di gestione, mentre in Sicilia, dove esiste una gestione frammentata e un passato più caotico, bisognerebbe tenere maggiormente conto dell’aspetto pubblico del servizio e mettere da parte l’aspetto prettamente utilitaristico».Per Alvano «l’incontro nasce per iniziare un percorso che ci consenta di trovare soluzioni e fare passi avanti. In questo incontro sono presenti tutti gli attori del settore, c’è una scadenza da rispettare, più che un rinvio adesso è il momento di provare ad affrontare il problema. Purtroppo solo in Sicilia esistono le Srr ma le regole nazionali dell’Arera si calano anche sul territorio regionale dove esiste una situazione diversa. Tra l’altro si rischiano dei riflessi finanziari pesanti sui Comuni visti i livelli di riscossione dei tributi”.
Dal canto loro le Srr hanno ribadito la richiesta di aiuto e la volontà di collaborare, rilanciando l’allarme. “La nostra Srr non ha le professionalità necessarie”, dice Antonio Licciardo, sindaco di Assoro e presidente della Srr Enna. Gli fa eco anche Ignazio Puglisi, sindaco di Piedimonte e presidente Srr Catania Nord: “Abbiamo grosse difficoltà, eravamo enti territorialmente competenti ma adesso in questa fase non si capisce qual è il nostro compito”. Nicola Russo, presidente Srr di Messina Area metropolitana: “Non siamo nella condizione di dare un contributo ai Comuni – dice – ci sono problemi di tempistica, la nostra Srr ha 48 Comuni con popolazione variegata, quindi ci sono criticità di ogni tipo. Abbiamo incontrati i sindaci chiedendo i dati ma nessuno ad oggi li ha trasmessi”