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L’arbitro Lamonica, ormai cittadino orlandino, aggredito ad Atene

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L’arbitro internazionale abruzzese ma da due anni orlandino di residenza, Luigi Lamonica, è stato involontario protagonista di un butto episodio accaduto ieri ad Atene al termine della gara tra Panathinaikos-Barcellona di Eurolega, finita con la vittoria degli spagnoli. Il più famoso arbitro italiano al termine del match stava viaggiando in taxi insieme agli altri direttori di gara per tornare in albergo, quando improvvisamente la macchina è stato attaccata da alcuni motociclisti. Ad avere la peggio è stato proprio Lamonica, feritosi dopo la rottura del vetro posteriore dell’automobile e pe questo portato in ospedale, dove è stato medicato prima di essere riaccompagnato, scortato, in albergo; l’arbitro pescarese è stato scortato anche stamattina, in direzione aeroporto. Con gli arbitri viaggiava anche Nikolaos Pitsilkas, membro del direttivo di EuroLeague che, ci auguriamo, decidera’ di escludere il club greco dalla competizione visti anche i precedenti. E’ lui stesso a spiegare nei dettagli quanto accaduto. “In relazione a quanto accaduto ieri sera – scrive sulla sua pagina Fb – a me e ai miei compagni di terna Damir Javor ed Emin Mogulkoc, al termine della partita di Eurolega fra Panathinaikos Atene e Barcellona, e con riferimento ad alcuni articoli dei mass media italiani, che hanno riportato notizie citando fonti della stampa greca, mi permetto di fornirvi la mia versione dei fatti, avendo ricevuto moltissime testimonianze di vicinanza e affetto e quindi ritenendo utile questo messaggio. Parto proprio dal buono di quel bruttissimo episodio: la solidarietà ricevuta. Ringrazio perciò tutte le persone che mi hanno testimoniato vicinanza, affetto e stima. Quando capita di trovarsi in pessime situazioni, la vicinanza degli altri è fondamentale per infondere serenità e coraggio. Quindi grazie ancora a tutti. Circa i fatti, eccoli in estrema sintesi. Siamo stati aggrediti da due persone a bordo di uno scooter senza targa, irriconoscibili in quanto avevano il casco in testa, che hanno vandalizzato la macchina del povero tassista che, come noi, si è preso pure un grosso spavento. Eravamo imbottigliati nel traffico, tornando in albergo dopo la gara, circa 45 minuti dopo il termine della stessa. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine greche, visto che i vandali avevano sfondato il vetro del taxi, siamo stati condotti in ospedale per accertare che le schegge che ci erano volate addosso non avessero procurato danni gravi. I sanitari hanno verificato che eravamo in condizioni di essere dimessi e, nella stessa serata, ci hanno rimandato in albergo. Stamattina, sabato 22 febbraio 2020, siamo stati scortati all’aeroporto e abbiamo lasciato Atene. Adesso vi scrivo che sono le 14.30 mentre, atterrato a Roma, sto aspettando il volo interno che mi riporterà a casa. Dopo la brutta avventura di ieri sera, posso soltanto ribadire quel che affermo da anni, nei vari incontri con le federazioni e con i giovani arbitri: lavoriamo tutti insieme per mantenere lo sport più bello del mondo un posto sempre meno inquinato da questi episodi. Se lo facciamo tutti insieme – arbitri, atleti, società, giornalisti, tifosi – costruiremo un basket migliore per le future generazioni”.