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La guerra dei ghiri: animalisti contro i Comuni dei Nebrodi

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«Siamo alla guerra aperta, anzi siamo arrivati alla resa dei conti, i comuni dei Nebrodi hanno chiesto lo stato di calamità per salvare i loro noccioli che a loro detta sarebbero messi in pericolo dalla presenza di ben un milione di esemplari di ghiri che hanno provocato danni per 48 milioni di euro». Lo afferma una nota dell’Associazione italiana difesa animali ed ambiente- Italiambiente.
«Sempre secondo quanto sostenuto dalle amministrazioni locali che hanno chiesto un decreto del governo ed uno alla regione Sicilia i ghiri oltre alle nocciole arrivano fino in paese entrando nelle case e provocando danni inenarrabili (che vedono solo loro). Queste richieste però contrastano con i dati forniti in merito al fatturato ed alla produzione delle nocciole in quella zona che non superano complessivamente i 200 mila chili con un fatturato medio che si aggira a meno di mezzo milione di euro tenendo conto che la coltura dei noccioli dei Nebrodi interessa complessivamente 12 mila ettari e che i produttori sono complessivamente un centinaio.
«Dati questi contenuti in un articolo pubblicato sul sito cronachedigusto.it e che si discostano notevolmente da quelli dichiarati nella richiesta di stato di calamità avanzata dai comuni medesimi al Governo ed alla regione», prosegue l’Associazione Italiana difesa animali ed ambiente che ha deciso di contestare formalmente i dati contenuti in questa richiesta inviando alle autorità delle relazioni che mettono in evidenza «il discostamento dei dati stimati dai comuni, con quelli relativi alla produzione e a quelli preventivati nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 tutt’ora in vigore e che dicono cose ben diverse da quelle scritte in questi giorni e sostenuti dalle amministrazioni locali al solo scopo di arrivare ad una mattanza totale di un milione di ghiri».