Il sostituto procuratore della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, Rita Barbieri, ha disposto una serie accertamenti tecnici non ripetibili sul materiale sequestrato dagli investigatori nell’area della fabbrica di fuochi d’artificio di contrada Cavaliere, dov’è avvenuta l’esplosione del 20 novembre scorso, costata la vita a cinque persone.
Gli esami – eseguiti su pezzi di una saldatrice e di una smerigliatrice, insieme ai dischi utilizzati per lavorare il ferro o l’alluminio – sono stati condotti dai Ris di Messina e tendono ad accertare la ricostruzione dei fatti, per individuare le eventuali responsabilità da parte delle tre persone che al momento risultano indagate.
Si tratta di Vito Costa, titolare della fabbrica, Corrado Bagnato, titolare della ditta che stava eseguendo i lavori all’interno della fabbrica e Antonino Bagnato che si trovava nell’area devastata dall’esplosione ma che si è salvato.
I morti, lo ricordiamo, sono Venera Mazzeo, Mohamed Mannai, Vito Mazzeo, Giovanni Testaverde e Fortunato Porcino, mentre si trova ancora ricoverato a Palermo al centro grandi ustionati Antonino Costa, figlio del titolare della fabbrica.