Un ragazzino di 13 anni con gravi problemi psichici sarebbe stato stato allontanato da casa, insieme ai suoi genitori e alla sorellina di 8 anni, con un provvedimento del Gip di Messina, perché disturbava i vicini. Lo denuncia l’attrice Maria Grazia Cucinotta, che ha raccontato la vicenda all’ANSA e fa un appello ai magistrati affinché rivedano il provvedimento. La procura con una nota smentisce la ricostruzione dell’attrice.
“Il ragazzino – racconta la Cucinotta – è affetto da Adhd, una grave sindrome psichica. È una storia paradossale”. Da tempo Cucinotta ha preso a cuore la vicenda. “Il provvedimento emesso dal Gip di Messina – aggiunge – è stato adottato perché una coppia di vicini, dicendosi esasperata dal comportamento del ragazzo, ha presentato denunce. Il giudice ha addirittura deciso di applicare il braccialetto elettronico ai genitori del giovane, per dissuaderli dall’avvicinarsi all’abitazione”.
La misura cautelare nei confronti dei genitori del ragazzo disabile è stata disposta dal Gip circa una settimana fa. La famiglia, attraverso l’avvocato Nino Favazzo, ha presentato ricorso al Tribunale della libertà che ha fissato l’udienza per il prossimo lunedì. “Disponendo l’allontanamento dei genitori per un raggio di 500 metri dal condominio – spiega l’avvocato Favazzo – di fatto si impedisce alla famiglia di occupare l’appartamento”, che si trova in un palazzetto di quattro piani, tutti abitati. “La procura – conclude il legale – ha chiesto la custodia cautelare in carcere per i genitori del disabile, il Gip ha deciso per l’allontanamento”.
La Procura di Messina ha affidato la replica ad una nota: “Nessun provvedimento di allontanamento è stato disposto nei confronti di soggetti minori di età. Il gip di Messina ha emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento a carico di una coppia perché gravemente indiziata del reato di stalking nei confronti di alcuni vicini di casa”. Si legge in una nota della procura che smentisce che il provvedimento di allontanamento da casa disposto nei confronti di due messinesi, genitori di un bambino disabile, sia dipeso dalla malattia del minore.
“Nessun riferimento riguardava presunte disabilità del minorenne figlio della coppia indagata – prosegue la nota – Le condotte persecutorie consistite in insulti, pedinamenti, lanci di oggetti, frapposizione di ostacoli che impedivano l’accesso a casa delle vittime, sono imputate solo ai genitori e sono state ritenute gravi perché ripetute nel tempo in modo ossessivo”.