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Regione taglia sui fondi per l’assistenza agli alunni disabili: i sindacati insorgono

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La Regione taglia 5 milioni di euro per l’assistenza agli alunni disabili. E i sindacati insorgono. Con una lettera dello scorso 12 novembre indirizzata ai commissari e funzionari delle città metropolitane e dei liberi consorzi dell’Isola, “la dirigente generale del Dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali, Maria Letizia Di Liberti, ha comunicato – scrivono i Cobas di Palermo – che a partire da gennaio 2020 la Regione Sicilia non assumerà più alcun onere di spesa per il servizio in questione in quanto tale competenza, finora mantenuta sussidiariamente, è di esclusiva competenza delle scuole che devono provvedervi con proprio personale adeguatamente formato”.

Praticamente circa 2mila assistenti igienico-personali che supportano dall’inizio dell’anno gli alunni disabili gravi delle oltre 800 scuole siciliani hanno i giorni contati, per quanto riguarda il loro futuro lavorativo. E le scuole, tra poco più di un mese, rischiano di restare senza questo importante servizio.

“La Regione siciliana – commenta il segretario regionale della Flc Cgil, Adriano Rizza, faccia un passo indietro sul taglio dei fondi per l’assistenza igienico personale degli alunni disabili e il relativo passaggio del servizio ai collaboratori scolastici. Una decisione – continua il sindacalista – inattuabile e dannosa sia per gli studenti che per i lavoratori”.

Sembra infatti che le scuole siciliane, da un giorno all’altro, non siano nelle condizioni di assicurare il servizio. Perché gli attuali operatori sono in possesso di una specializzazione conseguita seguendo un corso di 900 ore che non hanno tutti i collaboratori scolastici in servizio. Inoltre, il mega taglio dei bidelli operato dal governo Berlusconi con la finanziaria del 2008 ha ridotto gli organici dei collaboratori scolastici, che a malapena riescono a vigilare gli alunni nelle classi e nei corridoi. Chi assisterà da gennaio gli alunni con handicap? Chi li accompagnerà in bagno? 

Questa decisione del governo Musumeci, continua Rizza, “aumenterà notevolmente il carico di lavoro di quel numero esiguo di collaboratori scolastici che a stento e spesso grazie a un profondo senso di responsabilità vanno decisamente oltre gli adempimenti previsti dal contratto collettivo”. Insomma: i bidelli statali potrebbero rifiutarsi di assistere i disabili e questi rimarrebbero senza nessun supporto. A farne le spese, come avviene spesso in questi casi, sarebbero famiglie e alunni stessi.

“Siamo seriamente preoccupati – concludono i Cobas – per le famiglie a cui verrebbero a mancare degli assistenti che da anni, con abnegazione, passione e costante presenza quotidiana permettono ai loro figli di frequentare la scuola, permettono loro di superare tutte quelle barriere che, altrimenti, ne impedirebbero la normale fruizione. Compromettendo, di fatto, il diritto allo studio che rappresenta il primo segmento per l’inclusione sociale”.