Le direzioni mediche degli ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Mistretta, Patti e Sant’Agata di Militello sono state declassate e scatta la protesta dei sindacati. Uil Fpl, Cgil Medici e Fvm, la Federazione veterinari, medici e dirigenti sanitari hanno inviato una dura nota all’assessore alla Salute, Ruggero Razza e al presidente della sesta commissione regionale alla Sanità e al direttore generale dell’Asp. Indice puntato contro il decreto amministrativo che ha declassato le direzioni mediche di presidio ospedaliero da Unità ospedaliera complessa a semplice e Semplici dipartimentali “con un considerevole aumento della spesa economica per le Aziende Sanitarie Siciliane – scrivono Cortese, Di Carlo e Macrì – ma soprattutto in pieno spregio di leggi nazionali e nell’assoluta inerzia di chi, in assessorato, è preposto al controllo e al rispetto delle vigenti normative. Altro che risparmio per il sistema sanitario regionale!”.
Secondo i sindacalisti, il declassamento comporta che il dirigente medico responsabile delle funzioni igienico-organizzative non essendo più direttore di unità ospedaliera complessa non ha più titolo per poter gestire il budget economico del presidio ospedaliero. “L’Asp di Messina è un’Azienda sanitaria con più presidi ospedalieri ovvero è pluripresidio – scrivono Uil Fpl, Cgil Meedici e Fvm – L’attuale Direttore Sanitario dell’Asp di Messina non è responsabile delle funzioni “igienico- organizzative” in quanto privo dei previsti requisiti per l’accesso alla dirigenza di secondo livello di cui al DPR 484/1997, comportando che tale soggetto non può assommare sia i requisiti per l’incarico di direttore sanitario, che quelli di direttore medico di presidio ospedaliero”. I sindacalisti chiedono dunque un intervento urgente al fine di correggere l’illegittimo declassamento delle direzioni mediche di Presidio Ospedaliero dell’Asp di Messina e più in generale nelle Asp siciliane e “di intervenire presso la direzione generale dell’Asp di Messina al fine di scongiurare violazioni di legge nell’applicare il D.A. 22/2019, in quanto il declassamento creerà anche un “vuoto” gerarchico/funzionale ma soprattutto organizzativo le cui refluenze legali possono essere devastanti per gli operatori sanitari”.