Home In primo piano Duplice omicidio di Ucria: gli indagati salgono a cinque

Duplice omicidio di Ucria: gli indagati salgono a cinque

598

Sale a cinque il numero degli indagati nell’inchiesta sul duplice omicidio di Antonino e Fabrizio Contiguglia, avvenuto la sera di Ferragosto a Ucria.
In carcere rimane il macellaio di Paternò Salvatore Russo, accusato di aver ucciso zio e nipote, ma gli investigatori, proseguendo con la ricostruzione della dinamica di quanto accaduto il 15 agosto, sono riusciti a individuare le responsabilità delle altre persone coinvolte.
Nel registro degli indagati oltre a Russo, reo confesso del duplice omicidio e del tentato omicidio di Salvatore Contiguglia, risultano adesso iscritti proprio quest’ultimo, componente della spedizione punitiva organizzata nei confronti di Russo e del cognato Daniele Balsamo, pure lui tra gli indagati.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe stato proprio Balsamo, che si trovava insieme a Russo, il vero obiettivo della spedizione punitiva dei Contiguglia.
Gli altri indagati sono Giovanni Santino Contiguglia, 68 anni, Davide Contiguglia, 35 anni, e Vittorio Contiguglia, 55 anni. Le accuse agli indagati vanno a vario titolo dall’estorsione alla violenza privata, fino all’ipotesi di «morte o lesioni come conseguenza di altro reato». A carico invece del solo Vittorio Contiguglia è stato ipotizzato anche il reato di minaccia. Vittorio – padre di Fabrizio, morto durante la colluttazione con Russo – avrebbe infatti minacciato lui e il cognato di ucciderli per vendicare la morte del figlio. Promotore della spedizione punitiva sarebbe stato Santino Contiguglia, il capofamiglia, che per lavare l’onta del parcheggio sottratto avrebbe coinvolto gli altri Contiguglia. Come ricostruito dagli investigatori, il gruppo ha intercettato fuori dalla sua abitazione Salvatore Russo e lo ha costretto a rincasare per far uscire dall’abitazione il cognato. Quando Russo ha bussato alla porta, Balsamo ha aperto, ignaro di ritrovarsi di fronte i Contiguglia. È quindi cominciato il pestaggio, avvenuto anche sotto la minaccia di un coltello con lama da 15 centimetri, che secondo i carabinieri avrebbe impugnato Vittorio Contiguglia.