Home Attualita' Al MuMA di Milazzo i testi del capodoglio Siso

Al MuMA di Milazzo i testi del capodoglio Siso

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Venerdì 9 agosto prossimo, presso il “Bastione di Santa Maria” del Castello di Milazzo, verrà esposto lo scheletro del capodoglio Siso, un giovane esemplare maschio della lunghezza di circa 10 metri. L’animale era rimasto vittima delle reti illegali calate al largo delle Isole Eolie, rimanendone impigliato e non riuscendo, purtroppo, a trovare una via di salvezza. L’esposizione, evidentemente indirizzata a stimolare una seria riflessione sulla tutela ed il rispetto delle risorse e degli ambienti marini – specie in un momento in cui “l’emergenza plastica” in mare ha raggiunto proporzioni più che preoccupanti – si colloca all’interno delle attività del Museo della Fauna dell’Università di Messina, su un’idea lanciata dal biologo Carmelo Isgrò, componente del CTS del Museo.

Come comunicato dalla stessa Università peloritana, il progetto si è potuto realizzare grazie ad una sinergia tra il Museo stesso nella persona del suo Direttore, prof. Filippo Spadola, e del conservatore della sezione zoologica – faune marine dott. Mauro Cavallaro ed il Comune di Milazzo, con la stipula di un protocollo di intesa finalizzato all’esposizione del reperto. Fondamentale ruolo ha giocato, per la realizzazione del progetto, il Servizio Cites Territoriale dei Carabinieri di Catania, coordinato dal Comandante Parisi, che ha rilasciato la certificazione CITES in considerazione del fatto che il reperto è tutelato dalla convenzione internazionale di Washington. Lungo le coste di Capo Milazzo, dove la carcassa di Siso è stata trasportata dalle correnti, il Biologo Isgrò, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ha scarnificato circa 10 tonnellate di carne del capodoglio, con la finalità di recuperare le ossa.

Lo scheletro è stato sospeso in aria con dei cavi, riposizionando la rete illegale che l’ha ucciso e la plastica che è stata trovata all’interno dello stomaco, con l’obiettivo di sensibilizzare l’utenza affinché la tragedia della morte di questo nobile animale, possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti.

Benito Bisagni