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Milazzo: Debiti fuori bilancio, stasera il voto in consiglio

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Sarà necessaria una terza seduta, già fissata per questo pomeriggio, martedì 23 luglio, alle ore 19.30, per mettere in votazione la proposta di delibera, all’oggetto:  “Debiti fuori bilancio del 1^ settore. Riconoscimento di legittimità e provvedimento di ripiano ai sensi degli articoli 193 e 194 del D.Lgs.267/2000”. 

I lavori d’aula sono stati bloccati, in adunanza di prima e seconda convocazione, con la rinnovata richiesta di diversi consiglieri di portare in aula provvedimenti singoli per ogni provvedimento di liquidazione, stante il fatto che nella proposta del sindaco erano previsti globalmente liquidazioni per 56 debiti, alcuni dei quali portavano a fare ravvisare situazioni di incompatibilità per diversi consiglieri. 

“Problema che – come ha evidenziato il consigliere Rosario Piraino – era stato sollevato mesi prima anche in commissione consiliare e rappresentato, con apposita nota, pure agli uffici, che non ne avevano tenuto però conto, con la conseguenza che la proposta di delibera, che prevede, tra liquidazioni riferite a sentenze esecutive (lettera A, per cui rappresentano una mera presa d’atto), e altre conseguenti a liquidazioni per prestazione di servizi e altro (lettera B, per cui il consiglio può entrare nel merito e quindi decidere se e come votare), la somma complessiva da liquidare per € 1.100.839,75, non avrebbe consentito ai consiglieri interessati di votare, per incompatibilità”. 
Il sindaco Giovanni Formica, sulla questione sollevata, ha chiarito, dal suo punto di vista, che il tema dei rimborsi ai datori di lavoro doveva tenere soltanto conto della natura degli stessi, dovuti peraltro per legge. Pertanto, la liquidazione non avrebbe potuto mai determinare alcuna incompatibilità, non essendoci per i consiglieri alcuna discrezionalità nel provvedimento. In ogni caso, a chi proponeva il ritiro della proposta per procedere alle liquidazioni con singoli provvedimenti, Formica diceva categoricamente che, quale proponente, non poteva ritirare la proposta, per cui –diceva- “o si boccia, o si approva, o si procede ad emendare tutte quelle parti che determinano perplessità su eventuali situazioni di incompatibilità”. Si decideva, accogliendo ad unanimità una proposta di Antonino Italiano, di procedere con aggiustamenti, emendando quindi i punti controversi della proposta di delibera, e, nelle more di corredare l’emendamento con i richiesti pareri, rinviare il punto ad altra seduta fissata appunto per giorno 23.