“L’economia messinese è condizionata da investimenti
criminali”: sono le parole del Presidente della Commissione
Regionale Antimafia Claudio Fava che ieri ha ascoltato il procuratore
di Messina Maurizio De Lucia, l’aggiunto Vito Di Giorgio, il
prefetto, il questore, il dirigente della Dia e i comandanti
provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza.
In
particolare, riflettori accessi sulle criticità dei tribunali: “C’è
un arretrato pesante – ha detto Fava – con un 38% di processi che
si concludono con prescrizione a Barcellona Pozzo di Gotto e a Patti.
Siamo di fronte a 122 richieste di custodia cautelare a Messina che
attendono di essere esaminate dal Gip, per reati collegati al
traffico di stupefacenti. C’è quindi un lavoro determinato ed
eccellente degli organi di polizia giudiziaria e della magistratura,
ma anche elementi di debolezza strutturale che riguardano la pianta
organica dei tribunali. Bisogna considerare che Messina sta
diventando luogo di investimento mafioso, dove politica e mafia
continuano a trovare un terreno di incontro virtuoso e dove
l’economia è condizionata da investimenti criminali, quindi sono
necessarie strutture investigative e giudiziarie che sul piano
materiale siano sempre in condizione di far fronte a questa
emergenza”. Nel corso dell’incontro con il procuratore capo De
Lucia e l’aggiunto Di Giorgio sono stati affrontati anche alcuni
passaggi legati all’attentato del maggio 2016 all’ex Presidente del
Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, che sarà ascoltato nei prossimi
giorni a Palermo insieme a Daniele Manganaro, ex dirigente del
commissariato di Polizia di Sant’Agata di Militello. “Il nostro
lavoro sul caso è soltanto all’inizio, vedremo quando avremo
finito”, ha dichiarato Fava che ha confermato che “la Procura di
Messina ha archiviato le indagini sull’attentato”.
Per il
deputato regionale e componente della Commissione Antimafia Antonio
De Luca, il caso Antoci è “estremamente complicato”.