Stato
di calamità naturale per i danni causati dall’esplosione del
vulcano sull’isola di Stromboli lo scorso 3 luglio. Lo ha deciso il
Governo Musumeci – riunito per l’occasione a Catania – avanzando,
nel contempo, alla presidenza del Consiglio dei ministri, la
richiesta per la dichiarazione di emergenza. Danni e opere di messa
in sicurezza sono stati quantificati dal dipartimento della
Protezione civile della presidenza della Regione Siciliana, diretto
da Calogero Foti, in venti milioni di euro.
«Come
promesso ieri, durante il sopralluogo a Ginostra – dichiara il
presidente Nello Musumeci – stiamo intervenendo tempestivamente per
riportare serenità tra gli abitanti e salvaguardare la loro
incolumità e quella di tutti i turisti che frequentano l’isola delle
Eolie. La relazione trasmessa a Roma fotografa puntualmente le prime,
indispensabili, necessità finanziarie. E al di là della rimozione
della notevole coltre di cenere, occorre avviare subito le opere
necessarie per proteggere l’abitato, considerati i devastanti effetti
sulla stabilità del territorio che l’eruzione ha provocato».
Esiste,
secondo la Protezione civile siciliana, il rischio idrogeologico a
causa delle condizioni in cui si presentano vaste porzioni di
territorio devastate dagli incendi. In particolare, maggiormente in
pericolo è il versante sovrastante l’abitato di Ginostra che, in
caso di piogge intense, potrebbe essere investito da una notevole
massa di detriti, con ulteriore grave rischio per l’incolumità
pubblica e privata.
Nello
specifico, stando alla stima dei costi, almeno cinque milioni di euro
dovranno servire alla pulizia di tutti gli impluvi naturali, alla
ricostruzione dei muretti a secco a sostegno degli antichi
terrazzamenti, al consolidamento dei costoni e delle scogliere fronte
mare che sovrastano lo scalo e alla piantumazione della vegetazione
distrutta. Altri due milioni dovranno essere destinati al perfetto
ripristino dei servizi essenziali – impianti elettrici e telefonici
compromessi dagli incendi – mentre la maggior parte delle risorse
occorrerà impegnarla per la messa in sicurezza dei versanti
incombenti il porto e per garantire la possibile fruizione del
pontile che a breve sarà interessato da lavori destinati a
migliorarne la funzionalità.
«Si
tratta del punto d’attracco – spiega Musumeci – ed è a tutti gli
effetti l’unica possibile via di fuga dall’isola e, per tale ragione,
dovrà essere messo necessariamente al riparo da qualsiasi evento che
ne possa compromettere un uso regolare. Per il resto – assicura il
governatore siciliano – non sono stati rilevati danni all’acquedotto
comunale e l’attività vulcanica dello Stromboli, costantemente
monitorata da tutti i centri di competenza, in atto non costituisce
un pericolo imminente per la popolazione. Ma adesso occorre che anche
il governo centrale, così come ha fatto la Regione, faccia sentire
concretamente la propria presenza sull’isola, concedendo senza indugi
le risorse che servono a rasserenare il presente e il futuro di
questa magnifica perla dell’arcipelago eoliano».