Home Cronaca Op.”Scala Reale”: spaccio sulla costa tirrenica, chieste 4 condanne

Op.”Scala Reale”: spaccio sulla costa tirrenica, chieste 4 condanne

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Sono state presentate ieri di fronte ai giudici del Tribunale di Patti quattro pesanti richieste di condanna per il troncone dei riti ordinari dell’operazione antidroga “scala Reale”, indagine che ne luglio del 2017 smantellò un gruppo dedito allo spaccio di droga su tutta la fascia tirrenica. In questa tranche del processo sono imputati quattro degli indagati iniziali, Ignacio Francisco Gonzalez Perez, Romina Lamazza, Antonino Niosi e Giuseppina Merlo, che all’udienza preliminare scelsero il rito ordinario. A formulare le richieste dell’accusa il procuratore aggiunto di Messina Vito di Giorgio, coordinatore delle indagini. L’accusa ha chiesto per Gonzalez Perez e Lamazza 13 anni e 4 mesi di reclusione, per Merlo 4 anni e 12mila euro di multa, per Niosi 4 anni e 6 mesi.

Le indagini avviate nel settembre del 2016 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, hanno consentito di individuare vertici e affiliati ad una compagine di narcotrafficanti collegata alle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta reggina e vibonese, che gestiva una larga fetta dello smercio di marijuana e cocaina nella zona di Patti e nei centri vicini. La clientela del gruppo criminale, per una precisa scelta di strategia commerciale, era quasi interamente costituita da minorenni di ogni ceto sociale, unicamente accomunati dalla dipendenza più o meno marcata dalle sostanze stupefacenti. I luoghi di spaccio preferiti dal gruppo, che poteva contare su una fitta rete di pusher (alcuni dei quali minori), erano le scuole secondarie e gli istituti superiori dell’hinterland della fascia tirrenica della provincia di Messina, con particolare riguardo all’area pattese, nonché i luoghi di aggregazione giovanile più frequentati, sapientemente individuati e scelti in relazione alla potenziale clientela che li frequentava.
Gli indagati, oltre che gestire una propria fiorente rete di spaccio a dettaglio nella rispettiva zona di residenza, costituivano anche un ulteriore canale di fornitura per altri spacciatori dell’hinterland tirrenico della provincia peloritana dello stupefacente, proveniente interamente dalla Calabria dove i vertici del sodalizio sgominato potevano contare su stabili e consolidati rapporti “commerciali” con persone contigue alla ‘ndrangheta di Vibo Valentia e di Rosarno in provincia di Reggio Calabria.