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Orlandina-Bergamo semifinale play-off di A2 dalle 21 al PalaSikeliArchivi

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Count down finito per la Benfapp che stasera ospita Bergamo in gara1 di semifinale in un play-off di A2 che ha finora premiato 3 squadre su 4 del girone Ovest (l’altra sfida da domani è Treviso-Treviglio) alla faccia di chi dava per scontata una superiorita’ dell’Est. Nella speranza che l’unico pass per l’olimpo vada all’Ovest i paladini, la squadra più in forma d’Italia dopo la Sassari dell’ex Poz (19 vittorie di fila contro le 16 dei biancoazurri) dalle ore 21.00 attende un avversario rognoso, capace di vincere all’andata al PalaSikeliArchivi ma battuto al ritorno in casa sua. «Siamo rimaste in quattro – esordisce coach Sodini fresco di rinnovo fino al 2022 -, ma conta solo la prima. E’ la prima cosa che dico, perché è la cosa a cui credo maggiormente. Sono stato equilibrato durante tutto l’anno e ho parlato di progetto biennale, ma ora siamo in Semifinale. Siamo contenti di esserci, ma non assolutamente appagati. Durante l’anno abbiamo capito di poter competere con tutti per provare a salire e lo faremo con tutte le nostre energie. Affrontiamo Bergamo, non mi soffermo a parlare di Sandro Dell’Agnello, sapete quanto lo stimi. Bergamo è una squadra che merita grandissimo rispetto, hanno saputo affrontare le problematiche dell’infortunio all’americano Taylor e uscirne benissimo. Roderick è la stella assoluta, ma anche tutti gli altri ragazzi stanno dimostrando di meritarsi quello che hanno conquistato sul campo. Sono una squadra di lottatori, ad immagine e somiglianza dell’allenatore Taylor è vicino a rientrare ed è certamente un giocatore che sposta gli equilibri e le modalità con cui Bergamo può giocare. In sua vece Roderick ha giocato anche playmaker. Nelle ultime partite lo ha sostituito Zugno in quintetto, insieme allo stesso Roderick e Sergio, Fattori e Benvenuti, tre grandi tiratori, nelle posizioni di ala e centro. Noi abbiamo perso qui contro di loro, in un periodo di formazione della nostra squadra. Dalla panchina Bedini, Casella e Zucca, oltre al punto interrogativo su Taylor. Hanno cambiato la loro modalità di gioco nel corso del tempo. Era una squadra che correva, ma con l’assenza di Taylor le ultime partite sono state a punteggio basso. Se le rotazioni sono corte bisogna anche centellinare le energie. La difesa del perimetro su tutti questi grandi giocatori è una delle chiavi. Roderick è un giocatore di un’altra categoria come Triche e quindi, non solo deve essere rispettato, ma deve essere trattato come merita una della del nostro campionato. La difesa è la chiave che ha cambiato la nostra stagione e anche oggi, dopo la serie contro Biella, mi faccio forte del fatto che quanto abbiamo buona consistenza difensiva è difficile giocare contro di noi. In attacco invece abbiamo necessità di giocare la nostra pallacanestro sui 28 metri, provare a correre. Siamo tutti in riserva di energia fisica, ma nessuno oggi può dirsi stanco anche se tutti sono esausti, perché le energie mentali valgono molto di più di quelle fisiche in questo momento. Abbiamo dovuto mentalizzare i ragazzi giovani, che obiettivamente nelle ultime partite hanno fatto un po’ più di fatica, ma proprio loro saranno la chiave di questa serie perché devono dare freschezza, energia e vitalità ad un gruppo che ha delle gerarchie chiare e noi vogliamo farci forti di questo. Il quadro che porto oggi è famosissimo: “L’Urlo” di Edvard Munch. Un quadro del 1893 che mi piaceva portare prima della fine della stagione. Munch non stava bene, aveva avuto problemi di carattere psichiatrico, questo urlo assordante che arriva e da cui il protagonista viene assordato, che però viene percepito solo da lui mentre le persone intorno continuano a camminare senza accorgersi di nulla. Mi sono immaginato che il PalaSikeliArchivi gridasse, tutti insieme. 3000-3500 persone che urlano e che noi che siamo loro amici, non ci accorgiamo di nulla se non della spinta positiva data da quest’urlo. Mentre quelli che sono i nostri ospiti, con rispetto parlando, abbiano lo stesso atteggiamento del protagonista del quadro».