Insieme si può. E’ questo il messaggio che l’area produttiva della Doc Mamertino porta al Vinitaly 2019 che inizia domani a Verona.
In tredici, a metà marzo, hanno costituto l’Associazione dei produttori del Mamertino per avviare un primo nucleo da cui poter far sviluppare il Consorzio di tutela della denominazione, riconosciuta nel 2004. Un’area di 34 comuni (tutti nella Provincia di Messina) che, dalla costa tirrenica risale colline, boschi e rilievi dei Nebrodi. I territori sono quelli di Alì, Alì Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Castroreale, Condrò, Falcone, Fiumedinisi, Furnari, Gualtieri Sicaminò, Itala, Librizzi, Mazzarrà Sant’Andrea, Meri, Milazzo, Monforte San Giorgio, Montalbano Elicona, Nizza di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Roccalumera, Roccavaldina, Rodi Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore, Torregrotta, Tripi.
Le aziende che hanno ad oggi aderito sono: Antica Tindari, Barone Ryolo, Bongiovanni Giuseppe, Calderone Antonino, Cambria Vini, Feudo Solaria, Gaglio Vignaioli, Mimmo Paone, Planeta, Principi di Mola, Sapuri Cantina Siciliana, Vasari e Vigna Nica.
“Il Mamertino – spiega Flora Mondello, produttrice e neo-presidente dell’associazione – è un piccolo gioiello della nostra storia vitivinicola che, pur venendo da un glorioso e remotissimo passato, può interpretare una modernità enologica interessante e competitiva”. Sono le condizioni pedoclimatiche espresse da questi territori a definire l’identità enologica di un’area così differenziata per suoli, clima ed esposizione. Un territorio aperto sul mare, ma con quote che raggiungono i 500 metri. Le tipologie ammesse dal disciplinare (adottato nel 2004 e su cui sono intervenute modifiche, la più recente nel 2014) sono principalmente quattro: Bianco e Bianco Riserva; Rosso e Rosso Riserva; Calabrese o Nero d’Avola e Calabrese o Nero d’Avola Riserva e, infine Grillo – Ansonica o Grillo – Inzolia.
Il disciplinare regola anche le percentuali varietali minime e massime per ciascuna tipologia e che nei vini Bianchi e Riserva ammette Grillo, Ansonica e Catarratto (normale e Lucido) a cui possono aggiungersi, in percentuali minime, altre varietà ammesse alla coltivazione sul territorio siciliano che, nei bianchi non può superare il 20% e, nei rossi, il 15%. Per i vini Rossi e Riserva le varietà ammesse sono Calabrese o Nero d’Avola e Nocera, oltre che tutte le altre varietà a bacca rossa ammesse alla coltivazione nell’Isola.
La differenza tra Bianco e Riserva e Rosso e Riserva è data dal periodo di affinamento obbligatorio, prima della commercializzazione, pari a due anni dalla vendemmia. Sia per i Bianchi Riserva che per quelli rossi, è previsto un periodo minimo di 6 mesi di maturazione in legno.