Il 27 marzo prossimo Massimo Cacciari sarà ospite dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti in occasione della cerimonia di inaugurazione del 290° Anno Accademico, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina; per l’Accademia si tratta della prima celebrazione a fare da preludio alle attività dell’anno in corso. Come accennato, ospite d’onore dell’evento sarà il filosofo Massimo Cacciari, uno degli intellettuali italiani di maggior calibro e volto noto anche in ambito politico, per aver ricoperto la carica di parlamentare per due legislature tra il 1976 ed il 1983 nei ranghi del Partito Comunista Italiano e di sindaco di Venezia per due mandati, terminati nel 2010. Con riferimento alla carriera accademica, Cacciari è Professore Ordinario di Estetica presso l’Università IUAV di Venezia a partire dal 1985, ed è stato Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Accademia di Architettura di Lugano (1998-2005). Nel 2002 ha fondato la Facoltà di Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, presso il quale – dal 2012 – è professore emerito di Filosofia Come sottolineato dall’Accademia, il pensiero filosofico di Massimo Cacciari, come dimostrano le sue pubblicazioni, è caratterizzato da una straordinaria capacità di muoversi in ambiti disciplinari diversi, dalla Letteratura all’Arte, alla Musica, alla Teologia, e di scandagliare i diversi periodi storici della millenaria civiltà europea, dalle origini greche e romane, profondamente permeate dalle tre religioni del Libro, al Medioevo latino, prima grande sintesi di cultura europea, fino alla Modernità e all’età contemporanea. Studioso, in particolare, del pensiero tedesco e mitteleuropeo del Novecento, per la comprensione del quale ha dato un contributo di fondamentale importanza, Massimo Cacciari ha fatto più in generale dell’Europa, delle sue molteplici matrici culturali e del suo destino, il tema costante della sua interrogazione.
Proprio le riflessioni sull’Europa saranno il tema portante della Lectio inauguralis, intitolata appunto “L’Europa necessaria”; un richiamo, evidentemente, alla dimensione continentale oggetto di crescente diffidenza e avversione da parte di una notevole porzione della popolazione europea.