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37 sindaci contro l’Ato idrico

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I Comuni potrebbero non gestire più gli impianti per la distribuzione dell’acqua dopo l’intimazione dell’Ato Idrico alle amministrazione di interrompere il servizio pubblico. Non solo, ma si assisterebbe anche ad un aumento esorbitante delle tariffe a carico dei cittadini. Così, 37 Sindaci del messinese, contestano apertamente i criteri di individuazione degli ambiti territoriali ottimali collegati alla gestione unica del servizio idrico integrato. Nell’elenco, oltre ai comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti, figurano anche i centri più grossi come Capo d’Orlando, Patti e Sant’Agata Militello. I Sindaci ricordano la sentenza della Corte Costituzionale del 4 marzo 2019, che ha stabilito come i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti non debbano essere obbligati alla gestione dei servizi essenziali in forma associata, se ciò non consenta di realizzare un risparmio di spesa. Sottolineata anche la “disorganicità geografica dell’ambito che corrisponde all’intero territorio dell’ex Provincia Regionale di Messina che si pone in netto contrasto con gli obiettivi normativi di contenimento della spesa e di maggiore efficienza del servizio, soprattutto con riferimento ai piccoli comuni”. L’Assessore Regionale alle Autonomie Locali Bernardette Grasso ha prospettato un intervento normativo per evitare, tra l’altro, l’aumento spropositato delle tariffe.