La clamorosa esclusione di Siena potrebbe rivelarsi un boomerang per Gianni Petrucci, presidente della Fip colpevole di una gestione scellerata di una pallacanestro italiana allo sbando, abbandonata dai tifosi e sempre più avviata a dare spazio solo ai grossi capoluoghi di provincia, con buona pace di piccoli e medi centri che sembrano quasi un fastidio per chi comanda. Lo dimostra quanto candidamente dichiarato da Petrucci in un’intervista rilasciata lo scorso 26 gennaio a Repubblica, nella quale il numero uno del basket de noantri dice apertamente cosa ne pensava sui club romani e sulle big in generale. “Se sono preoccupato per le squadre di Roma? Il campionato è lungo e spero che si riprendano: non posso tifare per delle società, ma posso tifare per Roma – ha detto Petrucci -. Perché il basket diventerà sempre più popolare solo se copre le grandi città: è una mia fissazione”. “Ammiro i due presidenti che investono tanto – ha aggiunto il numero uno della Fip parlando delle due società capitoline – Da presidente federale sono sempre al loro fianco”. Chapeau. Chiedere le dimissioni di Petrucci e la radiazione dai ranghi federali sarebbe il minimo. Auspicabili vibranti ed eclatanti decisioni dai piccoli e medi club che foraggiano un sistema malato forse servirebbero anche a questo, almeno in un paese normale. In Italia purtroppo no.