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Morta per il morbo della “mucca pazza”: riconosciuta alla vittima la massima indennità

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Si è concluso il procedimento riguardante la morte dell’infermiera di Acquedolci, Benedetta Carroccio, morta per il morbo della mucca pazza. Sono state depositate ieri dal giudice del lavoro, Lucia Maria Catena Amato, al Tribunale di Patti le motivazioni della sentenza che riconobbe l’indennità per le cure e l’assistenza alla vittima. Alla donna è stato riconosciuto il massimo dell’indennità: 45 mila euro. Determinante il ruolo del neurologo Franz Di Stefano, decretò nella sua perizia che la donna fosse affetta da un caso probabile di variante della malattia di Creutzfeld-Jakobal, volgarmente intesa «malattia della mucca pazza». La donna, ex infermiera professionale dell’ospedale di Sant’Agata Militello, ha combattuto per 18 mesi un’estenuante battaglia contro la malattia, i cui primi sintomi si palesarono nel maggio 2014.