Gli auguri del Vescovo di Patti

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    La speranza è il tema portante del messaggio rivolto dal Vescovo della Diocesi di Patti, Mons. Guglielmo Giombanco, ai giornalisti della stampa locale durante l’incontro tenutosi presso il Palazzo Vescovile di Patti, in occasione delle imminenti festività natalizie.
    Mons. Giombanco, infatti, ha voluto augurare agli organi di informazione un Natale sereno, ricordando come essi svolgano un ruolo fondamentale a livello sociale, con particolare riferimento alle vicende che interessano maggiormente coloro che vivono nel disagio e nella sofferenza. Proprio su questa scia, durante l’incontro, il Vescovo ha ricordato con particolare attenzione l’impegno profuso dalla stampa per tenere accesi i riflettori sull’annosa questione riguardante il depotenziamento dell’ospedale di Patti “Barone Romeo”, sottolineando il fatto che a fare le spese di eventuali ridimensionamenti della sanità pubblica locale sono, in primis, i ceti più deboli. Ma, ancora, oggetto della riflessione è stato anche il tema del lavoro, con al centro le sempre più preoccupanti incertezze derivanti dal precariato e dalla paura di molti lavoratori di trovarsi, da un momento all’altro, senza il proprio impiego.
    Il messaggio che vorrei rivolgere è legato alla luce della speranza – ha dichiarato, tra le altre cose, Mons. Guglielmo Giombanco -, la riflessione che propongo parte dal fatto che ogni nascita è segno di speranza, ancor più quella di Gesù Cristo. Ma oggi è anche difficile parlarne: come si può parlare di speranza in un mondo segnato da precarietà e dalle difficoltà dei poveri, degli esclusi e di tutti gli altri problemi che ho riscontrato nel nostro territorio. La sofferenza è aggravata da servizi sanitari non adeguati, soprattutto nelle periferie; talvolta, si è costretti a fare lunghi spostamenti per avere assicurato il diritto alla salute. Visitando le fabbriche, inoltre, ho ascoltato le difficoltà dei lavoratori e dei datori di lavoro. Questi ultimi non riescono a garantire non solo il futuro, ma anche il presente ai propri dipendenti, con il rischio concreto di licenziamenti. I costi che i datori devono affrontare sono molto elevati e lo Stato dovrebbe intervenire. Quindi, c’è il rischio che la parola speranza, in situazioni di precarietà e di difficoltà di questo tipo, venga snaturata; c’è crisi di speranza perché c’è un deficit di solidarietà, a vantaggio di una cultura individualista dominante; eppure, Gesù Cristo continua a nascere proprio per portare speranza. Ancora, il Vescovo della Diocesi di Patti ha aggiunto che dobbiamo avvicinarci ai luoghi dove veramente Gesù vuole nascere; sono i luoghi dove le persone soffrono, dove l’uomo ha bisogno di essere incoraggiato e sostenuto. Lo scrittore Péguy ha affermato che ogni cristiano che celebra il Natale è un “trasmettitore di speranza” ed ognuno deve impegnarsi in quest’ottica, secondo il proprio ruolo e le proprie possibilità.
    Mons. Giombanco, inoltre, ha voluto prendere diretta cognizione della situazione attuale dell’informazione e della crisi dell’editoria, esprimendo interesse e vicinanza nei confronti dei giornalisti vittime del precariato e delle sempre più frequenti chiusure di testate giornalistiche anche di grande storia e tradizione. Anche su questo punto è intervenuto, in rappresentanza della categoria, il già Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ed attuale componente del Consiglio Nazionale Santino Franchina: ringrazio Sua Eccellenza per il messaggio di speranza che, certamente, serve anche a noi giornalisti in questo momento difficile, di grande precarietà e di crisi del giornalismo tradizionale. Le testate chiudono perché i giornali non si vendono più, anche a causa dei mezzi moderni. In molti, ormai, al posto di informarsi attraverso le tradizionali fonti di informazione, lo fanno tramite Facebook. A livello mondiale, a compiere questa scelta è ormai il 65%, pur sapendo che le notizie pubblicate non sono attendibili. Siamo nell’epoca della post verità e delle fake news.