Sospeso il bando “Periferie”: a rischio 44 progetti in 39 Comuni della Provincia

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E’ a forte rischio la realizzazione di 44 opere previste in 39 comuni della Provincia di Messina e contenute nel Bando di riqualificazione delle periferie. Si tratta di un finanziamento complessivo di 44 milioni e 760mila euro provenienti dal Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 e destinati alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie della Città metropolitana di Messina. Ma il decreto Milleproroghe, approvato ieri al Senato, ha sospeso fino al 2020 l’esecuzione del bando, di fatto bloccando tutto l’iter progettuale.
In particolare, rischiano di saltare tre progetti di inclusione sociale e percoirsi di crescita del Comune di Barcellona per quasi un milione di euro, la riqualificazione della zona mare di Torrenova per un milione di euro, il completamento del centro diurno di Alcara Li Fusi per 975mila euro e, sempre ad Alcara Li Fusi, l’adeguamento della villa Comunale Cappuccini per 675mila euro, la riqualificazione dell’ex scalo merci di Capo d’Orlando per 940mila euro, la riqualificazione del quartiere Casazza di Mistretta per quasi 2 milioni di euro, il primo lotto della riqualificazione del centro storico di San Marco d’Alunzio per 890mila euro, il recuperop urbano delle aree esterne degli alloggi IACP di Patti per 958mila euro, la rigenerazione urbana delle aree verdi delle case popolari di Caprileone Centro per 725mila euro e l’ammodernamento dell’area Canapè di Gioiosa Marea per 677mila euro, oltre ad altri progetti in diversi comuni della Provincia. Per Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione che raggruppa i Comuni Siciliani
L’emendamento al decreto milleproroghe, approvato in Senato, con il quale è stata prevista la sospensione fino al 2020 del Bando di riqualificazione delle periferie rappresenta, per le città del Sud, una scelta particolarmente grave che, se confermata, rischia di determinare pesanti ricadute sui territori”. In questo modo si mettono “a serio rischio impegni già sottoscritti da 96 comuni italiani e da un gran numero di città metropolitane e che, in Sicilia, coinvolgerebbe le città di Palermo, Catania, Enna, Caltanissetta, Agrigento, Ragusa, Siracusa e Trapani e le città metropolitane di Palermo e Catania e Messina. Sono tutti interventi di riqualificazione e rigenerazione non solo nel senso strutturale del termine, ma anche in senso di sicurezza sociale e tutti in aree particolarmente degradate, sotto entrambi i profili e lo stop a queste importanti risorse – continua Orlando – comporterebbe un danno economico rilevantissimo, perché i Comuni hanno investito tempo e risorse nei progetti di rigenerazione delle periferie portati avanti negli ultimi anni e priverebbe i cittadini delle nostre città di una prospettiva di vita sostenibile all’interno di aree urbane riqualificate. Ci auguriamo, pertanto, che prevalga il buon senso e che la norma non venga confermata, a settembre, anche alla Camera”.