“Decreto dignità”, per Anief 50mila docenti rischiano il posto

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Rischia di essere il più grande licenziamento della storia della scuola italiana. Così docenti e sindacalisti si mobilitano e parlano di un disastro che vedrebbe 50 mila docenti perdere il posto e, tra questi, il caso più eclatante è quello di circa 6 mila maestri di ruolo, quindi a tempo indeterminato, che rischiano di vedere stracciato il proprio contratto da parte dello Stato.
Si accende la rabbia e la protesta nei giorni in cui in Parlamento si discute del decreto Dignità dove sono stati inseriti anche gli emendamenti che ufficializzerebbero la decadenza dal prossimo anno di circa 50 mila contratti di docenti diplomati magistrali.
Secondo il sindacato Anief “non si capisce cosa ci possa essere di ‘dignitoso’ nel certificare fra un anno il licenziamento di 6 mila docenti assunti in ruolo che hanno superato a pieni voti l’anno di prova, di fronte al proprio dirigente scolastico e agli organi collegiali preposti”.
Su internet e sui social esplode la rabbia. Non solo da parte di chi rischia un licenziamento da un posto di docente statale ma anche dei colleghi e delle famiglie di chi ha bambini in età scolare che ora rischiano di perdere le loro maestre.
L’Anief sottolinea che “ci sono otto sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato che avevano garantito il diritto dei maestri con diploma magistrale all’insegnamento e alla continuità didattica degli studenti, prima di una decisione, quella della Plenaria, che in questo momento è sub iudice presso la Cassazione e la Cedu. Perché se anche la legge può essere incostituzionale, figuriamoci una sentenza, che è certamente illegittima quando mette in discussione la stessa fonte di legittimità della giustizia di uno Stato di diritto. Ma questo – continua il sindacato – lo diranno i giudici, visto che i politici sembrano ormai specializzati nello scrivere norme per essere demolite in giudizio”.