Un inno per Santa Febronia, l’intervista a Daniele Greco

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Come già ricordato da Anni60news, venerdì 27 luglio prossimo torneranno a Patti le spoglie di Santa Febronia, provenienti da Minori, cittadina della Costiera Amalfitana che con Patti “condivide” proprio la figura della Patrona. Si tratta di un evento storico, considerato che si ripeterà per la prima volta da cinquant’anni a questa parte. Per l’occasione, Daniele Greco, stimato e conosciuto cittadino pattese e tra i più affezionati ed autentici fedeli della Patrona, ha voluto omaggiare Santa Febronia e la città con la composizione di un inno celebrativo della figura e del legame tra Patti e Minori, che sarà cantato proprio in occasione dell’arrivo delle spoglie e per l’accoglienza dei minoresi.
Con lui abbiamo parlato dell’inno composto e, più in generale, dell’importanza dell’avvenimento.

Quali sono i preparativi e perché l’evento del ritorno delle spoglie di Santa Febronia a Patti è così importante?
Forse, solo chi ha “una certa età” può capire pienamente l’importanza dell’evento. Quando, nel 1968, sono giunte a Patti le spoglie di Santa Febronia, ero un ragazzino e fu un grande momento. Le spoglie vengono portate a Patti, appunto, ogni cinquant’anni e si tratta di un avvenimento così importante perché stiamo parlando della figura più rappresentativa della città, sia sul piano della persona che della santità: Ella lega tutti i pattesi da tanti secoli. Ritengo, però, che dovrebbe esserci più attenzione: non ci si può preparare all’ultimo istante né pensare a Santa Febronia soltanto una volta all’anno. Amo il posto in cui sono nato e mi dispiace cogliere, talvolta, apatia o mancanza di collaborazione. Tante cose, dunque, potrebbero essere corrette. Però, sono convinto che l’accoglienza sarà sicuramente dignitosa, anche perché il pattese è sempre stato ospitale per natura.
Abbiamo una bella processione e delle belle vare e non siamo in concorrenza con nessuno, tantomeno con Minori. I minoresi hanno una grande venerazione di Santa Febronia e ne hanno fatto conoscere la figura in tutta la Costiera Amalfitana, attribuendole il nome di Trofimena, oggi certificato al Vaticano come proprio della Santa. Secondo la nostra tradizione, doveva trattarsi di un appellativo dato alle donne non sposate (dal greco trophima, “mantenuta in casa”, “signorina”); noi abbiamo lasciato il nome Febronia, che proviene dal greco febris, cioè la dea protettrice dalle malattie e che tuttora è utilizzato in Grecia. C’è anche la Santa Febronia di Palagonia, ma non ha relazioni con la nostra, proviene da Nisibis ed era una suora.
Quello che mi preme è far conoscere la storia di questa santa: viene uccisa dal padre presso Mongiove, in un periodo in cui (III e IV secolo) dominava il paganesimo ed il Cristianesimo era agli albori. Era una religione ritenuta del “popolino”; Febronia, invece, insiste nel non voler sposarsi ad un agiato pattese; per questo, il padre la perseguitò e, come detto, la uccise. Si narra che Santa Febronia, però, sorrise al suo omicida e che da questo gesto ebbe inizio la conversione di quest’ultimo. Quindi, ci insegna valori importanti da diffondere.

Parliamo dell’inno “Trofima Febronia” da Lei scritto.
Vi era già l’inno tradizionale di Mons. Luigi Natoli, “Diva Trofima”, E’ un bellissimo inno, scritto nell’ottocento e difficile da interpretare. Esso racconta la storia di Santa Febronia, in nove strofe ed un ritornello. Però, prima di arrivare all’inno, vorrei aggiungere un significativo aspetto: quello della fermata della Santa, durante la processione nelle vie di Patti, rivolta verso Tindari. E’ fatta perché, secondo le nostre diciture, abbiamo due patrone, la Madonna del Tindari e Santa Febronia. In dialetto siciliano si dice che A Patti avemmu du Avvocati in cielu, Fibronia e Maria di lù Tunnàru. Maria di lù Tunnàru si alza e dici “Febronia, io di Patti sugnu a matri, tu si l’Imperatrici”.
Invece, tornando all’inno, l’ho scritto con il cuore e con grande fede e mi commuovo quando ne parlo. E’ stato scritto per la città e per devozione alla Santa. Vorrei comunicare ai concittadini l’emozione che provo parlando di questa figura, capace di tenere legati i pattesi. Sarà cantato per accogliere le spoglie della Santa e, cosa dire di più? In fondo, si tratta di semplici parole e di un motivo molto orecchiabile; spero che piaccia, soprattutto a Santa Febronia. La novità è che, nell’inno, ho voluto sottolineare il legame tra Patti e Minori (tra i cui Comuni, venerdì prossimo, vi sarà il gemellaggio, nda), sotto la protezione di Febronia – Trofimena. Spero che sia gradito ai pattesi perché, ripeto, l’ho scritto con grande fede e devozione.

A seguire il testo dell’inno a Santa Febronia composto da Daniele Greco

O TROFIMA FEBRONIA:
ritornello:
O TROFIMA FEBRONIA,
PATTI E MINOR PROTEGGI,
CON LE TUE MAN SORREGGI,
SOSTIENI I NOSTRI CUOR.
I strofa:
LIETI DEL TUO RITORNO,
I TUOI CONCITTADINI,
IN TANTO ATTESO GIORNO,
DI LUCE E DI SPLENDOR.
ritornello.
II strofa:
CINQUANTA SONO GLI ANNI,
LONTAN DAL SUOL NATIO,
MA IL LUOGO IN CUI DIMORI,
SCELTO A TE FU DA DIO.
ritornello.
III strofa:
OR SEI NELLA CITTADE,
CHE A TE I NATALI DIEDE,
IL BORGO E LE CONTRADE,
ESULTANO PER TE.
ritornello.
IV strofa:
PER AMOR TUO GEMELLI,
UNITO TU HAI DUE CUORI,
LUOGHI SI TANTO BELLI,
PATTI E LA TUA MINORI!