Provocò incendio devastante, 70enne ai domiciliari

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    All’alba di oggi, i carabinieri del comando di provinciale di Messina hanno eseguito nel capoluogo un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Messina su richiesta della procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Maurizio De Lucia, a carico di un pensionato di 70 anni, C.L., ritenuto responsabile dei reati di incendio boschivo doloso aggravato e disastro ambientale pluriaggravato. E’ la prima volta che in Sicilia viene contestato questo reato. Il provvedimento restrittivo scaturisce dalla complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata Efesto, avviata il 9 luglio dello scorso anno dal nucleo Investigativo del comando provinciale carabinieri di Messina a seguito del vasto incendio che si era sviluppato nella stessa mattinata nella zona compresa tra i torrenti San Michele ed Annunziata di Messina.
    Il rogo, infatti, reso indomabile dal forte vento e dalle alte temperature estive che avevano consentito la rapidissima propagazione delle fiamme, si era esteso a dismisura fino a raggiungere le zone di Portella Castanea, Monte Ciccia ed a lambire le abitazioni sul versante dell’Annunziata ed il plesso universitario Papardo.
    Le operazioni di spegnimento, durate quasi due giorni essendosi concluse la sera dell’11 luglio, e durante le stesse si era reso necessaria l’evacuazione del personale e degli animali presenti nel dipartimento di veterinaria della struttura universitaria. Il forte vento, l’orografia del terreno e gli elettrodotti di alta tensione che attraversavano l’area avevano, però, impedito di contrastare efficacemente le fiamme che si erano, così, diramate su due fronti: uno nel costone di Monte Ciccia e l’altro nella zona di Portella Castanea. Solo al termine delle operazioni di spegnimento si è appreso che la superficie di terreno bruciata era pari a 550 ettari e che tutto il demanio dell’Annunziata era stato distrutto.