La vittoria di mamma Adele: a settembre processo bis sul disastro della Jolly Nero

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Inizierà il 19 settembre il processo bis sul disastro della Jolly Nero – la nave che il 7 maggio 2013 sbattendo contro la torre di controllo del porto di Genova causò il crollo dell’edificio e la morte di nove persone, tra cui Giuseppe Tusa, sottocapo della Guardia Costiera, originario di Milazzo. In primo grado sono state condannate 4 persone e in via amministrativa la società di armatori dell’imbarcazione. Ma fu archiviata la posizione di costruttori, progettisti, collaudatori della torre e quindi dei vertici della Guardia costiera. Il processo bis con 12 imputati, tra cui un ammiraglio, appartenenti alla società Rimorchiatori riuniti e alla Corporazione dei piloti del porto è frutto dell’ostinazione di Adele Chiello, mamma di Giuseppe Tusa, che si è sempre opposta all’archiviazione.
“Io ho visto le mani di mio figlio Giuseppe, signor giudice, Le sue dita erano consumate… chissà quanto tempo avrà provato ad aprire quella porta”, aveva affermato la donna, Adele Chiello Tusa, durante il primo processo contro l’equipaggio e l’armatore della Jolly Nero. Le dichiarazioni erano dirette ai datori di lavoro del figlio, la Guardia costiera, che secondo la signora approvarono un progetto erroneo, e furono colpevoli del ritardo nei soccorsi. Dopo l’archiviazione, la mamma coraggio ha continuato a studiare le carte, sentire testimoni, ingaggiare consulenti che potessero accertare in toto la realtà dei fatti. Adele grazie al suo meticoloso lavoro è riuscita a far riaprire le indagini della Procura di Genova. Ogni documentazione e analisi è stata pubblicata in una pagina su Facebook da lei aperta.