Progettavano attentato a magistrato: a giugno il processo

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«Volevano uccidere il magistrato in autostrada, in maniera spettacolare ed evocativa, con la finalità di agevolare le associazioni mafiose (compiere l’omicidio per un miglioramento all’interno della criminalità organizzata)». Così scrivono i magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria che ha chiesto il rinvio a giudizio per i sei indagati accusati di aver progettato un attentato per uccidere la sostituta procuratrice di Barcellona Federica Paiola. La prima udienza per i sei indagati si terrà l’11 giugno: alla sbarra Antonino Corsaro, 49 anni di Reggio Calabria, Salvatore Veneziano, 24 anni di Milazzo, Gaetano Scicchigno, 62 anni di Palermo, Carmine Cristini, 35 anni di Cosenza, Giovanni Fiore 29 anni di Milazzo e Marco Milone 39 anni di Barcellona. Tutti e sei sono ristretti in varie case circondariali di Italia. Sono accusati in concorso di aver compiuto atti diretti in modo non equivoco a causare la morte della dottoressa Paiola. Evento che non si è poi verificato ma per cause indipendenti dalla loro volontà perché «scoperti». Viene anche contestato loro il reato di associazione mafiosa.
In una nota il Movimento Città Aperta rinnova la propria solidarietà al magistrato Federica Paiola: ”La vicenda insegna – se ce ne fosse bisogno – che non va mai abbassata la guardia contro la mafia e che le attività investigative – coordinate da Magistratura e Forze dell’Ordine – costituiscono un irrinunciabile mezzo di salvaguardia di tutta la società. La dottoressa Paiola sarebbe stata colpita – nelle intenzioni dei malviventi – con modalità “evocative” della strage di Capaci: di fronte a tanta efferatezza, non si può non rilevare che l’impegno quotidiano di tutti contro la criminalità resta l’unico antidoto a certe strategie che tenderebbero a colpire la società civile nelle sue componenti più importanti e migliori”.