Personale della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania sta eseguendo misure cautelari, che prevedono la sospensione dalla professione, nei confronti di dodici tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas) che ha sede a Messina.
I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l’ordinanza su richiesta della Procura, sono, a vario titolo, falso, abuso d’ufficio e truffa. Le indagini, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas. nell’inchiesta ci sono una cinquantina di indagati.
Secondo quanto emerso dalle indagini, fondi pubblici sarebbero stati distribuiti a tavolino, premi di produzione “a pioggia”: il Cas è stato così utilizzato come bancomat da una cerchia di dipendenti e dirigenti compiacenti. Un sistema ben consolidato nel tempo che adesso è finito nel mirino della Direzione investigativa antimafia guidata da Renato Panvino, che sta eseguendo 12 misure interdittive disposte dal Gip del tribunale di Messina a carico di dirigenti e funzionari. Tra i destinatari delle misure di interdizione dal lavoro vi sarebbe anche un sindaco.
L’inchiesta, che non nasce in seguito ad alcuna segnalazione di organi politici, è coordinata dal magistrato Sebastiano Ardita e rappresenta lo sviluppo della prima operazione della Dia contro il sistema di spartizione degli appalti del Cas. Due anni fa venne alla luce il complesso meccanismo di scambi e favori tra imprenditori e dirigenti: alcuni avevano ottenuto anche la ristrutturazione della propria abitazione in cambio di affidamenti diretti e gare truccate.