Salta la proroga: dall’1 gennaio precari a casa

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Il banco è saltato e dall’1 gennaio i precari in servizio nei Comuni siciliani concluderanno la loro esperienza lavorativa. Infatti è saltato, in Senato, l’emendamento che avrebbe consentito la proroga di 13 mila precari degli enti locali. L’accelerazione dei lavori della legge di stabilità, dovuta alla crisi di governo, ha fatto accantonare tutte le norme aggiuntive, fra cui quella che riguardava la Sicilia. E’ la prima conseguenza del clima post-referendum e delle annunciate dimissioni di Renzi: una bomba che esplode sul tavolo di Rosario Crocetta. Il governatore tenta di correre ai ripari, inserendo all’ordine del giorno della riunione di giunta una disposizione che prevede il trasferimento di questo personale negli organici della Resais. Ma rimangono incertezze sulla possibilità che di questa soluzione possano giovarsi i precari dei Comuni in dissesto. Per Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’AnciSicilia  “dal primo gennaio 2017 la stragrande maggioranza dei comuni siciliani, non potendo  più  contare su migliaia di lavoratori a tempo determinato, non sarà in condizione di far funzionare i propri  uffici e conseguentemente di erogare i relativi servizi ai cittadini”. “Si tratterebbe di una mortificazione inaccettabile di migliaia di lavoratori – continuano Orlando e Alvano – che, da oltre vent’anni, prestano la propria opera nei comuni dell’Isola e la cui retribuzione in buona parte è finanziata dalla Regione siciliana. Ci auguriamo che non sfuggano a nessuno le gravissime ripercussioni che tutto ciò potrebbe avere sulla struttura organizzativa degli enti e sulla coesione sociale dei territori”. “Vi è pertanto la necessità  – conclude il presidente Orlando – di individuare con urgenza e in ogni caso entro la fine dell’anno, attraverso un confronto tra Governo nazionale e Regione siciliana, una soluzione strutturale e definitiva che fissi i criteri di un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato”. I precari, ovviamente sono in subbuglio. Per il presidente dell’Mgl Giuseppe Cardenia “la legge approvata ieri sera in giunta non dà adito ad interpretazione diversa da quella che a decorrere dal 1 gennaio 2017 l’esperienza di lavoro subordinato alle dipendenze dei comuni per quindicimila famiglie siciliane è conclusa”. “Invitiamo tutti nessuno escluso – prosegue Cardenia – a mobilitarsi in vista di iniziative che intendiamo intraprendere su scala regionale. Non toglieremo il disturbo solo perche una politica distratta e incapace ha deciso per noi e per le nostre famiglie”.