Frana A18, dieci indagati tra cui il sindaco di Letojanni ed il dirigente Ufficio Tecnico

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Sono dieci le persone indagate per disastro ambientale in concorso e falso ideologico, in seguito alla frana che il 5 Ottobre 2015 aveva interessato un ampio tratto dell’autostrada A18, Messina-Catania nel territorio del Comune di Letojanni. Ad essere raggiunti dagli avvisi di garanzia, notificati questa mattina dai Carabinieri del comando provinciale di Messina e del Nucleo operativo ecologico di Catania, sono sei persone tra amministratori e proprietari di un complesso alberghiero ed alcune abitazioni estive di contrada Sillemi Alta, nel territorio di Letojanni, due dirigenti del consorzio autostrade siciliane, il sindaco di Letojanni Alessandro Costa, ed il dirigente dell’ufficio tecnico dello stesso comune.
Lo smottamento, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, fu frutto di una serie di omissioni da parte di chi era tenuto a realizzare tutta una serie di interventi già indicati nel “Piano Assetto Idrogeologico” nel 2013 dato il rischio e la pericolosità della zona, qualificata come area caratterizzata da dissesti conseguenti ad erosione accelerata. Situazione aggravata dalla circostanza che il territorio immediatamente posto sulla sommità della collina è stato oggetto, tra gli anni 70 e 80, di un vero e proprio sbancamento finalizzato alla realizzazione di insediamenti urbanistici, alcuni dei quali immediatamente prospicenti sul pendio che sovrasta l’autostrada Messina – Catania, caratterizzato da una pendenza del 75%.
Tuttavia, né il Comune di Letojanni ne i proprietari dei luoghi interessati dall’azione erosiva determinata dal non regolare scolo delle acque bianche, hanno predisposto quegli interventi necessari che, se realizzati, avrebbero evitato il disastro.Nel contempo, anche il “Consorzio Autostrade Siciliane” nel realizzare il muro di contenimento del materiale terroso che nel tempo più volte aveva ceduto, non aveva posto in essere alcun accorgimento per mettere in sicurezza l’area. L’evento determinò un grave pericolo per la pubblica incolumità, dato che la frana rovesciò sull’autostrada circa 3000 metri cubi di materiale terroso e massi, che solo per circostanze fortuite non investirono le vetture in transito. Peraltro, proprio a sottolineare la situazione di pericolo generatasi, si sottolinea come a ridosso della sede autostradale, scorrono la strada statale 113 e la ferrovia, ed insistono numerose abitazioni private, che avrebbero potuto essere investite dallo smottamento.
Nel corso dell’operazione, il personale del NOE di Catania, oltre a documentare i profili di inquinamento ambientale dei terreni prospicenti gli edifici in sequestro, procederà ad ulteriori verifiche in merito alle modalità di raccolta delle acque afferenti ad alcuni complessi abitativi situati nelle aree adiacenti ai menzionati fabbricati.