Epidemia di carbonchio, niente allarmismi

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Evitare gli allarmismi: è la parola d’ordine dopo l’epidemia di carbonchio ematico che ha colpito alcuni allevamenti nei territori tra l’Etna e i Nebrodi. In particolare sono interessate le zone di Bronte, Maniace, Randazzo, Maletto, Cesarò, San Teodoro e Santa Domenica Vittoria. Il censimento degli animali infetti è già stato avviato, così come è stata emanata un’ordinanza dal sindaco di Randazzo con cui si vieta la macellazione e l’utilizzo del latte. Provvedimenti che hanno destato preoccupazione nella popolazione, ma gli esperti tendono a smorzare i toni: “Stiamo provvedendo a somministrare il vaccino a tutti gli animali delle zone in cui ci sono stati casi accertati di carbonchio ematico – spiega Felice Belfiore, dirigente veterinario dell’Asp 3 Catania, distretto di Bronte – In particolare ci siamo concentrati sull’intero territorio di Maniace, e alcune contrade di Bronte, Maletto e Randazzo. Confermo che i pericoli per l’uomo sono limitati se si osservano le giuste precauzioni, tra cui non avvicinarsi a carcasse di animali morti e segnalarne la presenza alle forze dell’ordine oppure al nostro servizio di veterinaria». Attenzione anche nei pressi degli animali morti: “Non bisogna raccogliere funghi, verdure o altri prodotti almeno fino a 15 metri di distanza dalle carcasse – continua Belfiore – Mentre non ci sono pericoli che riguardino il latte e i suoi derivati non ci sono pericoli. Gli animali affetti da carbonchio ematico non producono latte”. In ogni caso, negli allevamenti con casi accertati, “vietiamo la vendita di latte e la produzione di derivati per dieci giorni, come previsto dalle normative vigenti”.