Trattativa Stato Mafia, Cattafi non risponde ai pm

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Rosario Cattafi, l’avvocato ritenuto dai giudici uno dei capi delle cosche mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto, che avrebbe dovuto deporre al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Cattafi, con una condanna per associazione mafiosa ed estorsione, ha potuto avvalersi della facoltà di non rispondere ai magistrati in quanto imputato in procedimento connesso. Interrogato nel processo al generale Mario Mori, poi assolto dall’accusa di favoreggiamento, ma oggi imputato nel processo trattativa, Cattafi, nel 2012, aveva raccontato di un presunto tentativo dell’ex numero due del Dap Francesco Di Maggio, deceduto, di instaurare un rapporto con il col boss catanese Nitto Santapaola per fermare gli eccidi. “Di Maggio mi disse che doveva contattare Santapaola, perché aveva saputo che era più malleabile degli altri, per cercare di frenare l’attacco della mafia”, aveva detto Cattafi ai pm. L’avvocato boss aveva parlato della richiesta che Di Maggio gli avrebbe fatto, a maggio del ’93, di contattare tramite il legale Salvatore Cuscunà, uomo di Santapaola. Attraverso Cuscunà l’ex numero due del Dap sarebbe voluto arrivare al boss catanese. “Prometti qualunque cosa all’avvocato, digli che sono disposto a tutto per fermare le stragi”, avrebbe detto Di Maggio a Cattafi. I due si sarebbero incontrati in un bar di Messina. “Di Maggio mi disse che era stato messo al Dap per trovare la strada per disinnescare le stragi”, aveva detto Cattafi. Lo stesso che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere.