Torrenova: tutti con i precari, ma la soluzione non è vicina

232

La spinosissima vertenza dei precari siciliani vede ancora lontana la sua soluzione. La percezione è stata netta ieri sera durante l’assemblea convocata a Torrenova dal Sindaco Salvatore Castrovinci a nome dei 45 sindaci del comprensorio che va da Patti a Tusa e che nelle scorse settimane avevano scritto un appello accorato al Governatore Crocetta per evitare di consumare “un vero e proprio dramma sociale”.
Nel salone di Piazza Autonomia si sono confrontati sindaci, deputati regionali e rappresentanti sindacali. Da tutti è stata espressa la massima solidarietà nei confronti di lavoratori costretti al “precariato permanente da 25 anni”, ma che ormai rappresentano la spina dorsale dei comuni siciliani.
Il provvedimento recente votato dall’Ars con il quale si posticipa al 30 novembre 2016 il termine (fissato in precedenza al 30 settembre) entro cui gli enti locali devono approvare il piano triennale del fabbisogno personale 2016/2018 ha dato un po’ di respiro alla vertenza. Ma l’ossigeno dato dall’emendamento dell’assessore Lantieri sarà vano senza provvedimenti consequenziali ed urgenti. I sindacati dei lavoratori insistono nel chiedere che “decada l’obbligo, in capo alle amministrazioni di trasmettere entro i successivi 15 giorni, il piano approvato in assenza di norme che tutelano e salvaguardano tutta la platea e in modo particolare chi non rientra nei processi di stabilizzazione; norme che ancora oggi sono in alto mare”.
La stabilizzazione, è chiaro, rappresenta a tutti gli effetti una nuova assunzione che, per forza di cose, si scontra con le limitazioni previste dalla legge in materia di nuove assunzioni. Inoltre, bisogna tenere ben presenti le gravi difficoltà economiche in cui versano i comuni, con i trasferimenti per spese correnti dalla Regione ai Comuni non sono affatto certi, né per la tempistica, né per gli importi, con immediate conseguenze sulla possibilità di approvare bilanci, nonostante il temine sia abbondantemente scaduto. Quindi, hanno ribadito i sindaci, non ci capisce come di fronte a tale incertezza economica, che impedisce anche l’approvazione dei bilanci preventivi, si possano programmare e sostenere nuove assunzioni o stabilizzazioni. Più d’uno ieri sera a Torrrenova ha minacciato di chiudere il proprio comune, o ha invocato una “marcia su Roma”. Molti si sono appellati alla deputazione regionale presente, da Rinaldi a Grasso, da Laccoto a Panarello, chiedendo “norme chiare per dare serenità ai lavoratori e agli amministratori”.
Altre concrete perplessità sono state evidenziate nei confronti della soluzione che prevede, a partire dall’1 Gennaio 2017, la riduzione del monte ore da 24 a 18 e l’allocazione in una agenzia (“Resais” o altra), in attesa di eventuali richieste di avviamento da parte dei Comuni e/o enti diversi che necessitano di prestazioni di mano d’opera. Una ipotesi avversata dai precari che domani saranno a Palermo per partecipare ad una seduta congiunta delle Commissioni Affari Istituzionali e Formazione. C’è più tempo a disposizione, ma sembra davvero poco.

sindaci-torrenova