Lipari, distrutto il pilastrino geodetico per monitorare il territorio vulcanico

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    LIPARI – Il gruppo della rete geodetica mobile della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è approdato ieri a Lipari e Vulcano, per eseguire la consueta campagna di misura delle deformazioni del suolo sulla storica rete geodetica. Una delle prime ad essere stata installata, nel 1974, per il monitoraggio e lo studio (allora sperimentale e pionieristico) delle deformazioni del suolo sui vulcani attivi. È con amarezza che il gruppo di tecnici ha scoperto che il pilastrino geodetico (in calcestruzzo armato) di Monte Falcone a Lipari è stato distrutto. Chi ha compiuto questo gesto, forse non si è reso conto dell’immenso danno che ha arrecato alla ricerca scientifica, al monitoraggio del vulcano e, soprattutto, alla collettività. Questo caposaldo, come altri della stessa rete, consentiva di acquisire informazioni sulle deformazioni del ramo più meridionale delle isole Eolie da più di 40 anni. La preziosissima serie storica, acquisita sino a oggi, consentiva non solo di monitorare le isole di Lipari e Vulcano, ma anche di studiare le lente dinamiche tettoniche e magmatiche che controllano il vulcanismo di quel settore che si rivelano solo nell’arco di vari decenni. Il fatto che quel pilastrino fosse uno dei più antichi mai installati per lo studio di vulcani attivi, rende la serie storica ancora più preziosa a livello internazionale e non solo nostrano, essendo unica e irripetibile. Un caposaldo geodetico, una volta distrutto non è più ripetibile in quanto si perde la posizione originaria. Le nuove misure ripartiranno da una nuova posizione, con conseguente perdita della continuità. Ci vorranno altri 40 anni per ritornare al punto in cui eravamo oggi.