Il video hard e la privacy “impossibile”

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E’ un primo passo di un percorso lungo che forse non si riuscirà a percorrere per intero, in considerazione della vastità dell’universo Internet. Ma il Commissariato di Polizia di Capo d’Orlando, che per questo tipo di reati ha un ufficio ad hoc, è riuscito a far rimuovere dai siti che lo hanno messo in rete un filmino a luci rosse che ritraeva una donna orlandina. Filmino che in breve è diventato virale.
Sulla vicenda indaga la magistratura dopo un esposto presentato in Tribunale, ma intanto la Polizia ha ottenuto un primo significativo risultato. Anche Google, che da qualche anno ha predisposto un modulo per presentare la richiesta di rimozione di video che ledono la privacy, ha comunicato di aver “oscurato” il filmato.
Ma una rimozione completa da Internet dei video compromettenti è quasi impossibile. Per Umberto Rapetto, ex comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza, intervistato da chefuturo.it, “La rete ha una memoria che non è possibile ibernare. Addirittura esiste archive.org, la cosiddetta “WayBackMachine”, una macchina del tempo dove è possibile andare indietro e rivedere siti e contenuti che non sono più online. Un provvedimento restrittivo dell’autorità giudiziaria su Internet risulta spesso inefficace. Diremmo una bugia dicendo che è possibile cancellare qualcosa dalla rete”. “Il problema esiste, è grave e di carattere pratico, ovvero noi rivolgiamo sulla rete un contenuto verso un destinatario, ma in realtà quello stesso contenuto può raggiungere qualsiasi destinazione e riprodursi senza che ci sia possibilità alcuna di fermarlo”.